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Difendiamo lo sport da noi stessi

| La violenza nello sport è un problema che riguarda tutti. Qualche istruzione per il non uso.

di Ettore Picardi*

Si può fare qualcosa contro la violenza che sta aggredendo lo sport? Lo sport che era stato spesso il migliore antidoto contro la violenza, adesso sembra subire impotente lo strapotere dei teppisti, dei delinquenti, dei maleducati. Lo sport che avvicinava i popoli che seguivano dai luoghi più disparati gli stessi spettacoli agonistici, oggi divide due quartieri della stessa cittadina. Ed anche peggio.
Certamente i gravissimi problemi di ordine pubblico di questi giorni, che non risparmiano affatto il nostro territorio, possono trovare soluzioni importanti  nelle modifche normative sull'ordine pubblico e le sanzioni penali. Insomma, un giro di vite, più severità. Qualcosa si può ottenere, speriamo.

Tuttavia la vera emergenza è culturale. E qui tutti possiamo fare qualcosa, subito e dovunque. Perchè tutti noi siamo coinvolti da qualche forma di agonismo: campionati amatoriali, le gare dei nostri bambini, delle fidanzate, dei nipotini, degli amici. Tutti noi siamo quelli che vanno allo stadio o nei palazzetti e tutti noi possiamo evitare di versare il nostro piccolo obolo alla barbarie.

Imponiamoci di rispettare gli arbitri, cominciando da quelli che non sono affatto bravi.
Spieghiamo ai figli che hanno perso che potrà ricapitare ed ancora non sarà un dramma.
Troviamo il divertimento anche nelle disavventure di una gara andata storta, così come godiamoci le vittorie sapendo che magari non sono imprese da cineteca.
Applaudiamo i quarti, i noni, i trentasettesimi: anche loro sono parte dello spettacolo ed a volte sono bravi lo stesso.

Non insultiamo le avversarie delle nostre figlie o amiche: non sono delle prostitute solo perchè giocano dall'altra parte del campo.
Capiamo che i tifosi avversari sono la stessa faccia della stessa medaglia. Insultarli più o meno gratuitamente è come insultare noi stessi, un non-senso.

So bene quanto moralismo sembra esserci in quello che ho scritto, ma non me ne pento affatto solo per ragioni di stile. Soprattutto perchè io difendo il divertimento ed il bello che c'è in ogni genere di gara sportiva. Il sapore dell'aria che precede l'inizio, lo stadio che si riempie e si svuota come appresso al pifferaio magico, l'odore della palestra, la liberazione ed il rammarico della fine, urla e parole dello spogliatoio. I ricordi che nel frattempo si sono creati. Io difendo tutto questo, difendiamo tutto questo, il nostro divertimento, lo sport.

* Sostituto Procuratore della Repubblica di Ascoli Piceno

26/02/2003





        
  



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