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Decreto 14 Gennaio 2003: Ascoli nella serie B dell'economia Italiana

| La circoscrizione di Ascoli rientra tra quelle che presentano un rapporto superiore alla media nazionale tra iscritti alla prima classe delle liste di collocamento e popolazione residente in età lavorativa.

di Clemente Ciampolillo

Finalmente, anche il Ministero del lavoro prende atto della situazione di disgrazia nella quale si sobbarcano - ormai da anni - i giovani dell'ascolano ed ammette il comprensorio del capoluogo tra quelli aventi diritto agli sgravi contributivi previsti dalla legge n. 407/1990. Situazione ancora sostenibile per l'area di San Benedetto, mentre il fermano si conferma isola felice con un tasso di disoccupazione di gran lunga inferiore a quello medio nazionale.
E' questo quanto può desumersi dal decreto 14 gennaio 2003, con il quale il governo ha provveduto ad aggiornare - per l'anno 2002 - gli ambiti territoriali destinatari di benefici di legge in materia di contributi previdenziali ed assistenziali dovuti dalle imprese per i lavoratori assunti con contratto di formazione e lavoro.

Con la pubblicazione di detto decreto sulla Gazzetta Ufficiale del 3 febbraio 2003, n. 27, tutte le imprese operanti nella circoscrizione del capoluogo acquisiscono il diritto al versamento di una quota contributiva per i lavoratori assunti con contratto di F.& L. in misura fissa, corrispondente a quella già prevista per gli apprendisti ex lege n. 25/1955, oltreché per le imprese artigiane.

A fronte di una popolazione residente in età lavorativa - registrata alla data del 31 dicembre 2000 - pari a 71.704 unità, il comprensorio di Ascoli ha infatti evidenziato un numero di iscritti alla prima classe di collocamento pari a 13.988 persone, raggiungendo il (poco invidiabile) rapporto tra i due parametri pari al 19,5%. In altri termini, già nel 2000 ad Ascoli c'era una persona (in età lavorativa) su cinque in attesa di occupazione, a fronte di una media nazionale che si aggira, comunque, intorno al 18,4%.

Nello stesso periodo, la circoscrizione di San Benedetto raggiunge i115,2%, mentre il fermano si ferma al 12,2%. La media provinciale è pari complessivamente al 15,2%, con 37.534 disoccupati su 247.444 residenti in età lavorativa, equamente distribuiti tra uomini e donne.
Escludendo il Lazio, che presenta una media regionale complessiva addirittura pari al 25,1%, l'ambito territoriale del nostro capoluogo evidenzia un rapporto iscritti/popolazione residente superiore a qualsiasi altra circoscrizione dell'intero centro-nord italiano. Un bel record, non c'è che dire. Si pensi che si supera anche la media fatta registrare dalle provincie di Teramo (17,7%), di Pescara (19,4%) e di Chieti (14,7%), le quali invece continuano a beneficiare di ben altri vantaggi, a partire dallo sgravio triennale dei contributi previdenziali riconosciuto dall'art. 44 della vecchia Finanziaria 2002. Le imprese che assumono in Abruzzo, infatti, di regola non pagano affatto gli oneri previdenziali a loro carico per un trienno, a decorrere dalla data di assunzione. Questo sì, che è un bel risparmio: gli oneri contributivi rappresentano mediamente il 30/40% del costo del lavoro.

Inutile dire che la forte fase di recessione che ha caratterizzato il territorio ascolano nell'ultimo biennio non lascia di certo sperare un futuro roseo per la nostra collettività. Purtroppo, la nostra provincia paga il dazio di una posizione geografica che la vede la più meridionale delle province del centro-nord, ma anche la più settentrionale tra quelle che effettivamente beneficiano di contributi "reali".
Qui parlano i dati: il decreto del Ministero del lavoro non ha fatto altro che prendere atto della retrocessione in serie B del nostro sistema economico. E l'immediato futuro non sembra di certo sorriderci.

25/02/2003





        
  



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