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Sanità: Fimeuc, sistema emergenza-urgenza a rischio collasso

| 118 in serie difficoltà

Firenze, 15 dic - Si è tenuto ieri a Firenze, presso l'Auditorium al Duomo, il IV Congresso Fimeuc - Federazione Italiana Medicina di Emergenza Urgenza e delle Catastrofi - dal titolo "Prospettive future del sistema emergenza urgenza: un nuovo assetto legislativo". I lavori si sono aperti con il messaggio di saluto del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, quindi con gli interventi di Davide Faraone, sottosegretario del ministero alla salute (in collegamento); Paola Boldrini, Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati; Andrea Quartini, Commissione Sanità della Regione Toscana; Fabrizio Volpini, presidente Commissione Sanità Regione delle Marche; Romina Pergolesi, Commissione Sanità della Regione Marche; Tiziana Filippini, dirigente del ministero della Salute e Vincenzo Pomo, coordinatore della Sisac. Giovanna Esposito, presidente Fimeuc, si rivolge al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, e alla Conferenza delle Regioni: "È allarme per l'area dell'emergenza-urgenza. Poche le risorse disponibili, il che ha portato a un impoverimento progressivo del settore".Sulla stessa linea, di grande preoccupazione, Fabiola Fini, segretario Fimeuc: "Assistiamo a una giungla di contratti, con zone grigie di vero e proprio sfruttamento, con medici a gettoni e con accordi di lavoro anomali. In tal senso, ricordiamo anche che ogni anno circa 6000 laureati, aspiranti specializzandi, rimangono tagliati fuori dalle scuole e sono l'esercito di riserva mal pagato della nostra sanità, nonché la grande sacca dove pescare operatori anche per le imprese del privato sociale. Quindi, c'è l'area dei medici convenzionati, camici bianchi che lavorano fianco a fianco ai dirigenti ma senza le stesse tutele". E' urgente -concludono Esposito e Fini - un tavolo al ministero e con le regioni prima della imminente chiusura della legislatura per avviare l'iter di un provvedimento normativo che istituisca i nuovi Dipartimenti Integrati di Emergenza-Urgenza, snodo unico centrale del sistema che coordini gli interventi su bacini provinciali o di area vasta con una utenza di 600.000 o 1.200.000 abitanti, con personale dedicato e adeguatamente formato e mezzi propri. Cosi' da garantire l'efficienza delle reti tempo dipendenti e la risposta adeguata per salvare vite e per soddisfare la domanda di salute dei cittadini. Quindi, dal punto di vista professionale, che si metta fine alle diverse forme di precariato e si completi nelle Regioni il passaggio a dipendenza dei convenzionati con l'obiettivo di un futuro contratto unico dei professionisti del settore."

16/12/2017





        
  



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