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Quell'antico vento di rinnovamento: il Liberty nelle Marche

Ascoli Piceno | All’inizio del secolo scorso, l’intera Europa fu invasa da un vento per molti versi rivoluzionario, da un desiderio di novità e di cambiamento che si rifletté in ogni campo dell’arte e della cultura.

di Elvira Apone

Stile Liberty

La decadenza dell’aristocrazia e l’ascesa della classe borghese alla ricerca di un benessere sociale ed economico, l’avvento di movimenti femministi e di nuove consapevolezze, la volontà di rompere con il passato e con i vecchi retaggi culturali portarono alla nascita di un movimento innovativo e provocatorio, che si pose in rottura con la tradizione, da un lato, ma attinse dalla tradizione stessa per rinnovarla, dall’altro. Definito Art nouveau in Francia e in Gran Bretagna, in Italia fu meglio conosciuto come Liberty, uno stile che condizionò architettura, pittura, decorazione degli interni, oggettistica, artigianato e molto altro. In generale, questa corrente intendeva proporre un comportamento di vita più positivo e spensierato, un amore per l’eleganza e la raffinatezza, una spinta verso una società rinnovata e più amante del lusso e dell’estetica.

La natura, in primis, divenne la principale fonte di ispirazione: i motivi floreali, gli arabeschi, le linee curve e sinuose e un poli cromatismo, che richiamava colori naturali come l’ocra, il verde, il porpora, divennero gli elementi fondamentali che caratterizzarono soprattutto l’architettura dell’epoca. Volendo restituire dignità e modernità agli spazi urbani, lo stile Liberty esaltava la varietà del presente contro la piattezza e l’uniformità del passato. Questa tendenza, che raggiunse il culmine nella realizzazione di interni e di esterni di edifici e ville, arrivò fino ai piccoli centri cittadini, compresi quelli della nostra regione. A Grottammare, per esempio, tra il 1911 e il 1930, proprio a ridosso della spiaggia, decorate da affreschi e maioliche, affiancate da torrette in bella mostra e circondate da ampi giardini con fontane, gazebo e una florida vegetazione mediterranea, sorsero le ville Liberty di viale Colombo, successivamente pavimentato in porfido e marmo bianco di Carrara.

Tra le tante, emerge ancora adesso il villino Matricardi-Cola, progettato nel 1913 dall’architetto Cesare Bazzani. A Civitanova Alta nacquero diverse ville nobiliari, tra cui spicca ancora oggi villa Conti, costruita nel 1910 in mezzo a un parco. A Pesaro, tra il 1902 e il 1907, venne edificato il villino Ruggeri, adornato da fregi con foglie, frutti , fiori e animali marini sia al suo interno che all’esterno e con infissi, arredi, lampadari e decorazioni in pieno stile Liberty. Anche a San Benedetto del Tronto, sin dagli inizi del secolo scorso, sul lungomare cominciarono a nascere ville e strutture alberghiere in questo stile, come, per esempio, il tuttora esistente hotel Progresso, inaugurato nel 1925.

Molti altri sono, comunque, gli esempi che si possono ammirare non solo lungo la costa, ma anche nel nostro entroterra, da Macerata a Corridonia, da Recanati ad Ascoli Piceno, sebbene parecchi ne siano andati perduti non solo a causa delle due guerre mondiali, ma soprattutto in seguito al boom edilizio del secondo dopoguerra, come è accaduto, per esempio, al villino Tomassini di Porto San Giorgio, demolito negli anni settanta per far posto a un palazzo di cemento. In ogni caso, i toni, i colori, i suoni, i ritmi del Liberty hanno lasciato la loro impronta in tutta la nostra regione, che non è certo rimasta esente da quest’ondata di trasformazione e rinascita, ma che, al contrario, ha assaporato, facendola propria, l’ebbrezza che questo movimento ha portato, plasmando diversi aspetti della vita sociale, influenzando abitudini e mode e lasciando tracce di indiscutibile fascino e valore.

08/04/2015





        
  



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