Il convegno è promosso dall’Organismo Unitario dell’Avvocatura Italiana e dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Ascoli Piceno, in collaborazione con l’Associazione Forense Picena (aderente all’Associazione Nazionale Forense) e la Camera Penale “Ugo Palermi” di Ascoli Piceno. Nel corso dell’incontro, coordinato dall’avv. Silvio Venieri, delegato per le Marche dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura Italiana, svolgeranno loro relazioni l’Avv. Francesco Petrelli, segretario nazionale dell’Unione Camere Penali Italiane, e il dott. Ettore Picardi, Sostituto Procuratore Generale presso la Corte di Appello dell’Aquila; in programma interventi dell’avv. Emidio Straccia, segretario dell’Associazione Forense Picena, e dell’avv. Mauro Gionni, presidente della Camera Penale “Ugo Palermi” di Ascoli Piceno.

Il tema è al centro dell’attenzione, non solo degli studiosi, ma anche dell’opinione pubblica in quanto recentemente la Camera dei Deputati ha approvato un disegno di legge che aumenta della metà i termini della prescrizione relativamente ai reati di corruzione e introduce per la totalità dei reati la sospensione del corso della prescrizione dal deposito della sentenza di condanna di primo grado per un tempo non superiore a due anni e dal deposito della sentenza di condanna di secondo grado per un tempo non superiore ad un anno.

La prescrizione, cioè l’istituto che in diritto penale determina l’estinzione del reato per effetto del trascorrere di un determinato periodo di tempo, ha una portata di estrema complessità e delicatezza in quanto alla sua base vi sono importanti capisaldi: il diritto dell’imputato ad un processo in tempi ragionevoli; la consapevolezza che quanto più ci si allontana temporalmente dal fatto considerato reato tanto più si compromette l’effettività dell’esercizio del diritto di difesa; la constatazione che le finalità retributiva (la sanzione penale deve servire a punire il reo per il male provocato per la sua azione illecita) e preventiva (la pena svolge un compito di dissuasione del singolo a commettere nuovi reati) del processo penale vengono vanificate da un eccessivo decorso del tempo.

Nel saper comporre la dicotomia tra l’esercizio della pretesa punitiva dello Stato e l’effettiva tutela delle garanzie di chi la subisce passa il discrimine tra il modello di stato autoritario e quello liberale. Superfluo sottolineare che l’ineludibile esigenza che si dovrebbe affrontare, piuttosto che modificare la prescrizione, è metter mano a rimedi di natura strutturale per produrre una maggiore efficienza dei procedimenti penali, cioè investire risorse in termini di organici e strumenti operativi.