C'erano anche le telecamere di Rai Tre questa mattina presto ad immortalare la folla che davanti alla sede delle Poste manifestava contro la chiusura dell'ufficio. Avevano chiesto all'Azienda di indicare la data dell'inizio dei lavori di messa in sicurezza che avrebbero determinato l'ingiunzione dell'ASL al divieto dell' espletamento del servizio. Avevano chiesto di sapere la data dell'eventuale ripristino. Di fronte alla chiusura totale e inaccettabile di Poste, hanno espresso al Prefetto l'intenzione di aprire un Tavolo di concertazione insieme ai portatori di interesse, la Compagnia e i sindacati. Gli abitanti di Spinetoli non si sono mai arresi, cercando di ottenere per lo meno l'apertura dell'ufficio un paio di giorni a settimana.

Ma nel frattempo circolavano voci su una probabile riorganizzazione interna che comporterebbe l'esubero di 140.000 lavoratori nelle file delle Poste. E così non è arrivata nessuna risposta. E la gente del paese va avanti a oltranza in una "manifestazione spontanea nata con il passaparola che testimonia la preoccupazione e l'attenzione della cittadinanza sul problema" - spiega il Sindaco Canala.

La storia si ripete a Spinetoli, come negli altri centri minori destinati alla decurtazione dei servizi, e come negli altri paesi della vallata già esclusi dalla fruizione di numerose utilities. Disagi per i piccoli risparmiatori, molti dei quali hanno ritirato il conto aperto nella sede spinetolese, ma anche per gli anziani sprovvisti di patente e, in generale, per tutti gli utenti costretti a recarsi nel sovraffollato ufficio di Pagliare, che già deve smaltire un flusso di utenza sovraccarico.

Poste Italiane abbandona così un'intera collettività senza un servizio fondamentale per la sopravvivenza del paese. Diritti violati. Promesse infrante. Ma soprattutto la resistenza di una comunità ben decisa a non lasciarsi morire.