Messaggio Natalizio del Vescovo Monsignor Gestori
San Benedetto del Tronto | Il Natale è "la" risposta al nostro bisogno di vita e di felicità. Il non senso della storia domanda con forza una connessione tra l'uomo e Dio. E Dio ci è venuto incontro nascendo umile a Betlemme da una fanciulla ebrea di nome Maria.
di Monsignor Gervasio Gestori

Mons. Gervasio Gestori
ritornano le Feste Natalizie con il loro carico di attese e di speranze, con il fascino delle intime gioie in famiglia e degli incontri tra parenti, con il sorriso dei bambini e le nostalgie di tanti adulti, con le fatiche della vita quotidiana che non si possono mettere completamente da parte, con il simpatico scambio dei doni e degli auguri.
Anche il Vescovo vuole condividere tutto questo e partecipare cordialmente ai momenti sereni di giorni tanto desiderati, esprimendo vivi sentimenti augurali a tutti, bambini e giovani, famiglie, anziani, malati e persone in crisi.
Che cosa ci aspettiamo da questo Natale? Che cosa vorremmo per la nostra vita personale e familiare? Al di là delle necessità urgenti c'è qualcosa che dovrebbe essere ancora più importante da volere fortemente?
Riprendendo la frase di un pensatore per tanti aspetti problematico sento di dire che "il problema della vita coincide con quello della felicità" (F. Nietzsche). Sì, noi tutti nella vita cerchiamo la felicità. Ma, un momento, quale felicità vogliamo? In che cosa essa consiste? È umanamente possibile? E che cosa dobbiamo fare per conquistarla?
Dalla vita comunitaria sono ormai scomparse tante mappe ideologiche, che volevano indicare il senso del nostro andare verso un futuro positivo, e si sono corrose le apparenti certezze di un ateismo, che si presentava come profezia di una umanità emancipata. Nel mondo attuale della globalizzazione l'uomo si sente spaesato dalla vastità degli orizzonti e dal pluralismo contraddittorio delle proposte. Viviamo spesso privi di una visuale certa e serena, soffrendo l'irrilevanza delle nostre giornate e subendo talora solo il peso della vita. Giovanni Paolo II aveva detto: "L'uomo spaesato soffre per mancanza di visione".
È possibile uscire da questa ristrettezza di esistenza e da questo vuoto di significato? Che fare? A chi dobbiamo rivolgerci? Di chi possiamo fidarci?
Il Natale è una risposta a queste domande, anzi è "la" risposta al nostro bisogno di vita e di felicità. Il non senso della storia domanda con forza una connessione tra l'uomo e Dio. E Dio ci è venuto incontro nascendo umile a Betlemme da una fanciulla ebrea di nome Maria.
Ci ha chiesto di fidarci di Lui e di affidarci a Lui. Ci ha detto nel Vangelo che la vita riesce quando viene donata. Ci ha ricordato che il verbo amare si traduce con il verbo dare e che per stare bene occorre fare bene.
Questi insegnamenti sono stati vissuti prima da Gesù, che ora chiede a quanti si dicono suoi discepoli di fare altrettanto. È una proposta impegnativa, certamente, ma è anche l'unica possibilità di risolvere il problema della vita, che rimane sempre quello della felicità. È una proposta reale e bellissima. Ragionevole.
Nell'offrire queste riflessioni a tutti voi, carissimi amici della nostra Diocesi, auguro di cuore le cose migliori per il Natale e per il nuovo anno.
Con la mia benedizione
Gervasio Gestori
Vescovo
S. Benedetto del Tronto
S. Natale 2009 - Capodanno 2010
|
23/12/2009
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