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Lettera da un'amica di Marrazzo e altri pensieri sciolti

San Benedetto del Tronto | E' alla bimba di Piero Marrazzo e solo a lei che dedico questa lettera, giunta in redazione, di una cara amica dell'ex governatore del Lazio.

di Antonella Roncarolo

Voglio subito chiarire il mio pensiero, (a chi possa interessare). Piero Marrazzo non è un cittadino qualunque travolto da un dramma familiare. Piero Marrazzo è un governatore di Regione, una delle più importanti cariche pubbliche dello Stato.

Il suo dramma personale è evidente, ma credo che chi assume una carica pubblica debba sapere cosa comporta, oneri e onori. Marrazzo fino ad oggi ha avuto tutti gli onori che il suo ruolo esigeva, ora ci sono i dolori e gli oneri da pagare dovuti a comportamenti che un uomo pubblico non si può permettere, neanche nelle società più laiche, figuriamoci nel nostro povero moralista paese. Sua moglie ha deciso di restargli a fianco e questa scelta è comprensibile in una coppia che abbia deciso di condividere anche qui oneri e onori.

C'è però una persona che è diventata la vittima più tragica di questa orribile vicenda: la figlia di otto anni. Non si può scegliere dove nascere e lei non ha scelto di essere la figlia del governatore della regione che, preso dal delirio di potere, preferiva trascorrere le serate con trans brasiliane che con lei. Chi vive ogni giorni con i giovani nelle aule delle scuole, ogni giorno ha a che fare con le grandi tragedie personali degli adolescenti causate da divorzi, incomprensioni, assenze e mancanze della famiglia.

E' alla bimba di Piero Marrazzo e solo a lei che dedico questa lettera giunta in redazione di una cara amica dell'ex governatore del Lazio, una voce fuori dal coro in mezzo a tante grida da stadio che in questi giorni hanno invaso i media. E poi, vogliamo parlare dei tre Carabinieri? Tre uomini che appartengono ad un'arma tra le più prestigiose del mondo, un'arma che ha fatto dell'onestà e della fedeltà alle istituzioni il suo credo, un'arma che ha visto cadere i suoi eroi Luciano Nardone, i dodici caduti di Nassirya, Salvo D'Acquisto, il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, che si abbassano ad uno degli atti più infami mai perpetrati dall'uomo, il ricatto? Nessuno parla di loro?

Ecco la lettera:

Gentile direttore, sono da anni amica di Piero Marrazzo. So che in queste ore vive un momento difficilissimo sul piano umano e vorrei fare qualcosa. Ho scritto poche righe. Le sarei grata se volesse pubblicarle come mia opinione sulla vicenda. La ringrazio.

Quanto è accaduto a Piero Marrazzo, non può non addolorare chi conosce le sue doti umane e professionali. E' una grande tragedia umana la sua e,come tale, non trovo giusto sia argomento di discussione. Questa vicenda ha mostrato tutto il cinismo e l'opportunismo della politica, di una certa politica che tra falsi moralismi e dictat l'ha lasciato solo, isolato come fosse un appestato.

Non può esistere un'etica pubblica disgiunta da quella privata ma è anche vero che il privato non può inficiare quanto di buono un uomo abbia fatto. Ma si è proprio convinti di essere tutti perfetti e invulnerabili si da potersi permettere di giudicare e condannare? Dov'è finita l'umana "pietas"?

La politica non ha anima, si sa, ma certe questioni appartengono ad una sfera troppo intima e personale per poter diventare oggetto di argomentazione dialettica e opportunità di confronto; il confronto si faccia sui reali problemi di questo Paese che continuano a rimanere disattesi.

Adriana Musella

29/10/2009





        
  



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