Di Ruscio-Basso: c'è l'accordo
Fermo | Pace fatta nel centrodestra; nessun apparentamento, ma un accordo politico. All'ex sindaco di Montegranaro, in caso di vittoria, andrà la vicepresidenza della provincia. Anche Patrizia Nicolini entra nella coalizione.
di Francesca Pasquali

La stretta di mano tra Di Ruscio e Basso a sanzione dell'accordo raggiunto
E’ bastato entrare nel quartier generale di Saturnino Di Ruscio e lanciare uno sguardo al tavolo molto affollato a cui sedevano varie cariche della coalizione per capire che la notte appena trascorsa, a qualcuno e in qualche modo, aveva portato consiglio. Al centro, vicini, dopo mesi di astiosa lontananza, i due protagonisti di questa vicenda che prima ha inasprito e poi rimbonito gli animi nel centrodestra. Tranquillo e appagato l’aspirante presidente; più inquieto, con gli occhi e le mani sempre in movimento, Gianni Basso.
Alla fine l’accordo c’è stato. L’ex sindaco di Montegranaro non l’ha spuntata sull’apparentamento, che gli avrebbe garantito la vicepresidenza della provincia e due assessorati di rilievo. Si è dovuto ‘accontentare’ della carica di secondo per se stesso: una vittoria a livello personale, una parziale sconfitta per i suoi.
Ufficialmente un accordo politico per il bene del territorio, l’intesa ha costretto Di Ruscio a rimangiarsi le promesse elettorali, quando rifiutava, in caso di ballottaggio, ogni possibilità di riprendere Basso con sè. Ma si sa, in politica spesso tutto e il contrario di tutto sono stretti parenti.
E’ tutto un inneggiare alla ritrovata unità – nello schieramento entra anche la liberale Patrizia Nicolini – dopo le “primarie del centrodestra”, come Basso ha con ironia definito il primo turno elettorale che ha visto i due candidati concorrere uno contro l’altro. Ora si definisce il più accanito sostenitore della presidenza Di Ruscio e, a chi gli fa notare che solo pochi giorni fa, ancora faceva la voce grossa sul doppio incarico che porterebbe, in caso di vittoria, il sindaco di Fermo ad essere “controllato e controllore”, cioè presidente della provincia e del comune capoluogo, Basso risponde: “Se vinceremo lo controllerò io”.
In questa unità ritrovata una nota stonata c’è. E prende il nome di Gaetano Massucci. Il chirurgo disobbediente, che proprio ieri ha siglato un accordo con il centrosinistra di Fabrizio Cesetti è oggetto di aspre critiche. “Dovrà spiegare agli elettori pechè ha fatto una campagna elettorale da centrodestra e ora sta con Cesetti”, tuona il coordinatore regionale Pdl Remigio Cerioni, deluso dai “fermani masochisti che hanno votato Cesetti e che devono rinsavire”.
Tra promesse non mantenute e amici ritrovati il centrodestra si avvia verso l’ultima settimana di campagna elettorale e di attesa. Se si recassero alle urne esattamente gli stessi elettori che hanno votato al primo turno, avrebbero la vittoria in tasca. Ecco perché adesso a far paura non è tanto il centrosinistra, quanto l’astensionismo.
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15/06/2009
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