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Papillomavirus: 150 vaccini dalla Croce Rossa

Fermo | Rivolti alle ragazze dai 13 ai 18 anni che vivono in condizioni economiche disagiate, i vaccini hanno un'importanza fondamentale nella prevenzione dei tumori al collo dell'utero.

di Francesca Pasquali

Un momento della conferenza stampa

Sono 1.500 (4 al giorno) le donne che ogni anno in Italia muoiono per cancro al collo dell’utero. Seconda causa di morte in Europa nelle donne tra i 15 e i 44 anni, questo tumore nel 99% dei casi è imputabile al Papillomavirus umano (Hpv). Sono dati allarmanti quelli forniti stamattina nel corso dell’incontro informativo organizzato dalla Croce Rossa di Fermo per presentare il progetto di vaccinazioni gratuite rivolte a ragazze dai 13 ai 18 anni che vivono in famiglie economicamente disagiate.

Circa il 75% della popolazione sessualmente attiva – fanno sapere gli esperti – viene infettata dal Papillomavirus, con un picco di prevalenza negli adolescenti e negli adulti. Nella maggior parte dei casi non ci sono conseguenze cliniche e si ha una regressione spontanea che non produce sintomi. In altri casi, invece, il virus entra nei tessuti provocando lesioni che possono progredire portando al cancro dell’utero, della vulva e della vagina.

Da marzo 2008 il Ministero della Salute fornisce gratuitamente il vaccino alle ragazze dagli 11 ai 12 anni, mentre quelle di età superiore possono acquistarlo a loro totale carico (il ciclo completo di vaccinazioni costa 500-600 euro). Proprio per venire incontro alle loro esigenze la Croce Rossa di Fermo ha dato vita a questa iniziativa, avvalendosi dell’esperienza di medici ed anestesisti che hanno aderito alla campagna che avrà inizio dopo le festività pasquali.

Saranno 150 i vaccini tetravalenti, cioè efficaci contro quattro dei tipi più comuni e pericolosi di virus, che verranno somministrati attraverso tre iniezioni intramuscolari a distanza di 2 e 6 mesi dalla prima dose.

“Il vaccino anti-Hpv – ha affermato la coordinatrice dell’Ambito Sociale XIX Daniela Alessandrini – è una delle armi più recenti a disposizione della comunità medica internazionale per prevenire l’insorgere di tumori alla cervice uterina, ma deve essere affiancato da uno screening cervicale periodico (Pap test ndr) che permette la diagnosi di lesioni precancerose prima che possano degenerare in cancro”.

Quanto alle controindicazioni, “il vaccino – afferma l’assessore comunale alle Politiche Sanitarie Gianluca Tulli – finora non ha fatto riscontrare particolari effetti collaterali”. In via precauzionale, comunque, le donne in gravidanza, chi è affetto da gravi infezioni, chi si sta sottoponendo ad altre vaccinazioni e chi ha una ridotta risposta immunitaria dovrebbe rinviare la vaccinazione. Non corrono invece rischi le madri in allattamento.

03/04/2009





        
  



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