Patty Pravo oggi
San Benedetto del Tronto | Può un'artista dopo quarant'anni e oltre suscitare ancora interesse e non solo tra i fans? Al di là delle opinioni penso che per Patty Pravo si possa rispondere di sì.
di Felice Di Maro

Il carisma e la voce di Patty Pravo, non imitabile, nonché quella trasgressione ben articolata tanto pungente quanto elegante, sono un valore della nostra Italia. Rappresenta un'immagine non regolare certo, ma gradevole. E, credo che sia anche una risorsa che vada analizzata e conosciuta meglio.
Ho iniziato uno studio che vuole avere l'obiettivo di mettere maggiormente in rilievo i risvolti anche poco noti delle sue canzoni. Si è dichiarato che Sanremo 2009 è stato un festival di svolta, ma solo con l'edizione del prossimo anno si potrà verificare se veramente è stato così. Senza mettere sotto accusa selezioni delle canzoni e sistema di votazione, penso che la sua esclusione dalla finale vada analizzata in funzione della sua immagine oggi. Non amo i ricordi anche se ne presenterò uno più avanti, ma credo che per cogliere il presente bisogna fare i conti anche con il passato. Per lei l'eccezione è che il tempo è una variabile indipendente. Quindi non seguirò regole temporali e non osserverò alcuna cronologia.
Era il 12 novembre del 1966 quando apparve in televisione con "Ragazzo triste" nella trasmissione "Scala reale" condotta dall'attore napoletano Peppino De Filippo. Da allora è sempre stata un modello per i giovani e lo è ancora oggi. Il brano di Sanremo 2009 "E io verrò un giorno là" avrebbe meritato di entrare in finale. Coglie un aspetto ricorrente nelle crisi di coppia. L'uomo è superficiale, certo, ma la fase attuale è tutta ritmata da crisi. Si voglia o no, quando l'economia è quella che è, e la precarietà la fa da padrona, i sentimenti ci sono e non ci sono. Non me ne voglia Nicoletta Strambelli (in anagrafe s'intende) se leggendo il testo colgo che anche la donna che interpreta ha avuto colpe: "Com'è successo, che proprio io, abbia spento il tuo sorriso!".
Quali sono le motivazioni non espresse? Forse non lo sapremo mai. Ma perché ha avuto un numero di voti non pari (almeno credo) a quelli della semifinale?
Certo è che con il terzo posto per il premio della critica, e il secondo per radio e tv ed anche per il premio AFI, si può affermare che ha un consenso notevole. Le sue canzoni sono ancora oggi un punto di riferimento anche per stili di vita. Per i giovani d'oggi c'è qualcosa in più: i messaggi delle sue canzoni sono una carica di vita. Patty Pravo è quindi, oltre che un simbolo, anche un modello. Ma i fans sono indisciplinati almeno nel voto? Forse sì. Si tende magari ad essere non funzionali e si sceglie di non essere rigorosi.
La rottura dei costumi da lei iniziata continua ancora oggi? Certamente. Ma penso anche che all'epoca non ha inventato niente di nuovo, ma ha ben interpretato le aspettative che si andavano formando. La sera del 12 novembre del 1966 io ero ancora nella mia dolce Partenope (parlo della città di Napoli) e avevo già compiuto 18 anni quando la vidi per la prima volta in Tv. Ricordo che proprio quella sera da una ragazza che aveva qualche anno in più ho avuto attenzione. Oggi che le relazioni sono radicalmente mutate la cosa potrà far sorridere, ma assicuro che per me rappresentò una svolta. Faceva parte di un gruppo che frequentava la scuola di hostess e alcune erano anche impegnate nei corsi di danza classica presso il teatro San Carlo. Assicuro che molti ci avevano provato ma non era facile. Non dava confidenza, e... vestiva quasi come Patty Pravo.
Il luogo è stato un bar in via Chiaia di fronte all'ex Cinema Metropolitan, dopo le 21 di sera non era molto frequentato e specialmente da ragazze. Potrà sembrare strano ma l'abbigliamento femminile all'epoca non era quello che poi sarà nel '68. Le ragazze più istruite anticipavano la moda corrente e nei comportamenti erano innovative. Naturalmente parlo di quelle che avevano anche i mezzi economici . E, le ragazze di quella sera avevano tutto. Sceglievano di fare selezioni anche per una semplice amicizia. Ma quasi per miracolo quella sera ero riuscito, complice anche un amico più grande e prossimo alla laurea in lettere moderne che aveva iniziato l'aggancio con tecnica dendy (far finta che non si è mirati).
Egli riuscì ad avere quasi subito anche qualcosa in più di una semplice "attenzione", aveva iniziato una conversazione tanto regolare quanto straorinaria perché in un luogo pubblico. E, poiché era riuscito a rompere il ghiaccio con una di loro, lei, e forse per distinguersi, quasi per miracolo mi parlò nell'orecchio spiegandomi a tratti i significati di "Ragazzo triste". Confesso che ben poco compresi perché avevo ascoltavo sì Patty, ma la guardavo e pensavo solo a come potevo fare per rendere stabile quel contatto avvenuto quasi per caso. Quando all'improvviso mi chiese ed ad alta voce, "Sei tu il ragazzo triste di Patty?" ci vollero una decina di secondi più o meno per rispondere di si. Dopo qualche ora quando ci presentammo e dissi di chiamarmi "Felice" si mise a ridere. Ma la trappola della dialettica dendy aveva funzionato e il contatto era stato raggiunto.
Il ponte astratto dell'incontro tra me e lei era diventato un canale di comunicazione, dove il piacere della conoscenza viaggiava nei due sensi. A volte bisogna reggere il gioco anche se è pesante. Se avessi detto no, non so come sarebbe andata a finire. Ovviamente non è stato il mio primo amore ma in assoluto è stata tra le "ministorie" che ricordo con piacere. Nella primavera dell'anno dopo per lavoro lasciando Napoli persi i contatti. E, lei, sposando un inglese, non è più italiana e pare che vive a Londra. Queste notizie si riferiscono al 1980. Chissà se guardando oggi Patty in tv avrà avuto qualche ricordo di quella sera del 12 novembre del 1966.
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25/03/2009
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