Tizi su Di Ruscio: "E' un sindaco improvvisatore e dispotico"
Fermo | Il segretario del Circolo di Fermo del Prc ancora contro Di Ruscio: "Se diventasse anche presidente della nuova Provincia, sarebbe una sventura inimmaginabile".

Dal segretario del Circolo di Fermo del Partito di Rifondazione Comunista, Simone Tizi, riceviamo e pubblichiamo quanto segue:
In maniera del tutto maniacale e compulsiva il signor Di Ruscio insiste nel riportare la Legge (L. 30 marzo 2004, n. 92) che alcuni di estrema destra hanno trovato alla prima voce di Google, e poi gli hanno cortesemente girato, per giustificare il suo operato censorio.
Insiste nel ripararsi dietro una legge che, in realtà, non impedisce alcun dibattito sulle Foibe, come magari intimamente vorrebbe l’accolita di personaggi che gli gravita attorno, convinti assertori della censura fatta norma, sostenitori d’una impostazione autoritaria della Storia: i vincitori oggi siamo noi e la riscriviamo come ci pare; agli altri impediamo perfino di dibatterne.
Quest’insistenza stucchevole ne denota solo una mancanza di argomentazioni sulla questione in oggetto (che sicuramente ignora, dato che ha appellato Mussolini come ‘statista’, e da questo se ne può dedurre la sua percezione della realtà storica), oltre che una discreta coscienza sporca.
Difatti, come ho già scritto in un altro comunicato, il suo modo di fare politica è del tutto approssimativo e strumentale. Da una parte invita pregiudicati per parlarci di sanguinari dittatori come Mussolini, concede case in comodato gratuito ad inequivocabili associazioni di stampo neofascista (i simboli sono visibili e noti a tutti), ospita ex terroristi dei Nuclei Armati Rivoluzionari e ‘rautiani’ di Ordine Nuovo. E poi, d’un tratto, come d’incanto, in un risveglio di legalità, diventa il paladino della Legge e della Costituzione, si attacca ad esse in maniera scomposta e strumentale, traendone imposizioni non previste dalle stesse.
D’altronde non esiste più il fascista codice Rocco. E non è vero che le Foibe prima del Giorno della Memoria furono un dramma caduto nell’oblìo, perché di Foibe si parla e si studia da sempre, come la stessa storica Alessandra Kersevan faceva notare ai presenti quel venerdì sera, oramai divenuto famoso. Anche questa è una realtà sottaciuta, anche per questo bisogna continuare a studiarne e a dibatterne, perché questa è la storiografia e questa nazione deve tornare a pensare storicamente.
Nulla c’entra, poi, la pacificazione nazionale, come ho letto su altri comunicati. La pacificazione esiste dove non ci sono rigurgiti fascisti; dove non si cerca di riabilitare i repubblichini equiparandoli ai partigiani, cioè dove non si mescolano Resistenza e Fascismo; dove Neofascismo e destra di Governo non vanno a braccetto, come si evince dal libro Bande nere di Paolo Berizzi, che consiglio a tutti di leggere.
C’è un Fascismo del terzo millennio e nessuno può parlare di pacificazione. In questo clima di retorica patriottarda, indicatore visibile del degrado politico italiano, si attua un processo di erosione del tessuto democratico del Paese, ed è talmente lento, costante e pervasivo che gli Italiani spesso non se ne rendono conto, o se ne accorgono troppo tardi.
Un velo pietoso, in ultimo, su chi vuole strumentalizzare questa vicenda, al fine di mettere nello stesso calderone Fascismo e Comunismo, razzismo e cosmopolitismo. Assurdo ed immorale parlare di Comunismo quando si discute di questi fatti: il Comunismo non è né Stalinismo, né Maoismo, né Castrismo e né Titoismo. Il Comunismo è Marxismo, Marx era tedesco e nessun socialismo pervertito lo rappresenta.
Per questo tutti i Fermani avrebbero dovuto partecipare a questo incontro pubblico, compresi Di Ruscio, gli esponenti di destra e gli uomini del Pd, dei quali si denota spesso l’assenza. Questo avrebbe fatto un sindaco civile e democratico, avrebbe partecipato direttamente ad un dibattito pubblico d’importanza rilevante, che mette a nudo le responsabilità dell’Italia fascista in quei luoghi dai confini troppo spesso violati.
Non avremmo mai voluto avere un sindaco così, improvvisatore e dispotico. Speriamo vivamente di non ritrovarcelo poi nel doppio ruolo di primo cittadino e presidente della nuova Provincia, sarebbe una sventura di proporzioni inimmaginabili.
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19/03/2009
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