"Lontano dalla Rotonda"-1
San Benedetto del Tronto | Il primo ministro del governo australiano ha chiesto scusa ai popoli plurali di Uluru, i cosiddetti aborigeni, per i rapimenti legali di bambini dalle famiglie d'origine, compiuti legalmente dagli anni trenta agli anni cinquanta. Una storia da raccontare.
di Renato Novelli

Suonatori aborigeni
Lontano dalla crisi che attanaglia le economie dei consumatori del XXI secolo, nel bel mezzo di un prato dall'erba gialla, come sono i prati australiani, dietro un microfono solenne per l'occasione e di fronte ad un palcoscenico dove suonavano e danzavano in un mix di pelli scure, chiaroscure e quasi bianche, giovani discendenti degli aborigeni australiani, il primo ministro del governo di Canberra, ha solennemente chiesto scusa ai popoli plurali di Uluru, i cosiddetti aborigeni, per i rapimenti legali di bambini dalle famiglie d'origine, compiuti legalmente dagli anni trenta agli anni cinquanta, da reparti di polizia e da zelanti volontari.
Bambini e bambine venivano, poi, assegnati a famiglie di coloni o a compassionevoli coppie che li rendevano servitori nel primo caso o oggetto di rieducazione nel secondo. La statura superiore alla media inglese, il colore scuro della pelle, le grandi labbra, la testa grande, la faccia larga resero la vita a queste migliaia di bambini praticamente una tortura continua a piccole dosi velenose. Non rividero mai i loro veri genitori e dovettero sentire interiormente la colpa di essere nati in una terra che a loro apparteneva da 30.000 anni.
La più antica cultura esistente sulla terra, fu aggredita perché considerata la più inutile e inconciliabile con la modernità. Eppure sarebbe bastato chiedersi perché negli stessi deserti dai mille colori, nei quali i coloni morivano di sete, 96 popoli dei figli della terra, vivessero senza problemi, per capire che la loro cultura avesse una qualche consistenza da prendere in considerazione.
I figli della terra sono diventati cittadini del Commonwealth australiano nel 1967, avendo attraversato 200 anni senza diritto alcuno. Da qualche milione si ridussero a settantamila. Oggi sono circa 200.0000. Ha detto il primo ministro socialista che gli australiani sono fieri delle culture aborigene e che gli aborigeni devono entrare nel DNA del paese. Forse non è molto per compensare tanti massacri del passato a cui parteciparono anche gli operai e gli immigrati di cui i socialisti erano difensori e rappresentanti. Ma è meglio di quanto abbia fatto il leader conservatore nel suo lungo e plurimo mandato. Il suo unico obbiettivo era quello di ridurre la spesa per l'assistenza agli aborigeni e la negazione dei loro diritti sulle terre desertiche degli antenati.
Oonadatta è il nome di una stazione ferroviaria nel deserto del South Australia, che fu abbandonata alla fine del secolo XIX. Gli aborigeni Pitintiyara la occuparono negli anni Ottanta e vi formarono una comunità che affrontava la sfida della continuità del proprio "tempo dei sogni" con la necessità di vivere in una scarnificata società moderna. Oggi Oonadatta è un cuore della nuova cittadinanza aborigena. Lo sanno anche i ministri. Lunga, lunga vita al popolo Pitintiyara.
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01/03/2009
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