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Li Mazzamurelli sbanca l'Aquila de Fermo

Fermo | ...e la tradizione continua, per la gioia di Agostino Scaloni che da tempo piangeva la triste fine del folklore e dei bei tempi de "Montejorgio Cacionà"

di Simone Menin

Mazzamurelli dei Sibillini

Il teatro contiene mille posti e più di trecento persone non sono potute entrare per assistere al grande spettacolo "'Ntunì e la sua terra" imbastito ad arte dai "Mazzamurelli di Sibillini". Qualcosa di unico e sensazionale che è riuscito a convogliare al Teatro dell'Aquila di Fermo un mare di persone che scalpitavano alla porta per poter entrare. Qualsiasi scusa, anche la più strana era buona per cercare di strappare un'entrata alle però inflessibili mascherine.

Qualcosa di incredibile, la voglia di esserci, la voglia di sentire dentro che quel pezzo di storia, ora circondato da stornelli e rievocato nelle musiche e nei gesti riemerge dalle nebbie dei tempi grazie alla tenacia di Agostino Scaloni (Gustì de Ciriolu) e dei discendenti del tanto conclamato 'Ntunì.

Ma il vero miracolo è che un gruppo di giovani di Fermo e provincia abbia saputo lasciare da parte la foga dei giorni nostri che accelerano verso la decadenza per riportare in auge i fasti di un tempo, quei tempi che hanno lasciato il segno, quelli che "se stava mejo quanno se stava pegghio".

Saltarelli, balli, canzoni, scenette davanti ad un pubblico estasiato e fortemente plaudente che spera ancora nella rinascita, spera, nel ritorno del bello, nel ritorno dello stare accanto al camino per riassaporare quel gusto del focolare domestico e quel folklore che a mano a mano è andato sbiadendo come una vecchia fotografia o come uno scontrino di oggi, quelli chimici, che non durano più di una settimana.

Lino Angelelli, nipote di 'Ntunì, ovvero Antonio Angelelli, presentato nello spettacolo dal leader dei "Mazzamurelli", Paolo Scipioni, parla della necessità di recuperare uno spirito critico che permetta un'analisi razionale degli stili di vita della società attuale, che ci porti a rivalutare gli aspetti migliori del vivere sociale affinchè le nuove generazioni non siano "tanta gente che si aggira senza meta nei centri (di alienazione) commerciali e nel mondo virtuale di Internet, inconsapevoli attori di questa società del consumismo".

08/02/2009





        
  



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