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Aggressioni, ingiurie ed eternit. Il caso disperato di una famiglia abbandonata dalle istituzioni

Sant'Elpidio a Mare | Non bastano cinque denunce penali e appelli al Sindaco Alessandro Mezzanotte. Una famiglia della frazione di Castellano sembra dover subire le angherie dei titolari e degli avventori di un bar posto proprio accanto alla loro casa.

di Francesca Pasquali

Sono pronti a dare battaglia e ad andare fino in fondo per far valere le loro ragioni Rosa Portolano e Antonio Fardella. I due coniugi vivono insieme ai due figli in una casa di via Castellano da circa tre anni, dopo sette trascorsi a Civitanova Marche. Originaria di Napoli, la coppia aveva lasciato la Campania per consentire ai figli di crescere in un ambiente più tranquillo, e sempre alla ricerca di quiete, tre anni fa si sono trasferiti a Sant'Elpidio a Mare da Civitanova, divenuta per loro troppo caotica. Acquistata l'abitazione con i risparmi di una vita e acceso un mutuo per affrontare le spese, i coniugi hanno iniziato i lavori per dividere la casa in due appartamenti indipendenti. Quello che la famiglia ancora non sapeva è che quelli che si apprestavano a trascorrere sarebbero stati anni tutt'altro che tranquilli.

Situata a lato della strada, la casa confina ad est con il ‘Bar Ritrovo', luogo di incontro dei giovani delle zone circostanti che ogni sera si danno appuntamento verso le 23 e fanno baldoria fino a circa le 3, accompagnati da musica ad alto volume. Antonio Fardella e il figlio Davide lavorano insieme nel settore termo-idraulico e la sveglia per loro la mattina suona presto. Alle 7 sono in piedi per affrontare una giornata di lavoro, ma con quattro ore scarse di sonno alle spalle starsene appollaiati su un'impalcatura può diventare molto pericoloso. Iniziano i primi dissapori, i Fardella si rivolgono al titolare e agli avventori del locale chiedendo meno chiasso e ricevono in risposta insulti e cori ingiuriosi.

Tutto procede immutato fino al 10 maggio scorso quando la famiglia, esasperata dalle nottate in bianco e dalle offese ricevute, decide di sporgere denuncia ai Carabinieri. Rosa Portolano che in quei giorni seguiva una cura oncologica per combattere un tumore, scende all'ingresso per parlare agli agenti che nel frattempo erano entrati nel locale, ma viene accolta dal solito coro di insulti da parte dei clienti del bar. Strattonata, chiede aiuto al marito che subito scende. L'uomo viene accerchiato da alcuni giovani, uno lo colpisce da dietro e lo fa cadere a terra privo di sensi. I Carabinieri, richiamati dalle grida della figlia della coppia che ha assistito alla scena, accorrono per riportare la calma. La donna viene trasportata in ospedale dove le viene diagnosticata una crisi ansiosa; il marito attende il suo ritorno per poi recarsi a sua volta in ospedale: traumi al volto e agli arti la diagnosi.

Scatta la prima denuncia penale depositata direttamente alla Procura della Repubblica. Nei giorni seguenti l'emissione di musica cessa, ma schiamazzi, insulti relativi alle origini napoletane della famiglia e dispetti vari continuano. Si arriva alla scorsa settimana, quando un ragazzo tenta di scavalcare il muretto che separa la casa dal bar per introdursi nella proprietà dei Fardella. Le difficoltà incontrate in questi anni dalla famiglia non sono però un caso isolato. Il precedente proprietario dell'abitazione, già nel 2002, aveva chiesto una verifica dei valori di rumore prodotti dal locale. I test effettuati dall'Arpam all'interno della casa avevano definito ‘i rumori ambientali notturni non accettabili, superando sia i limiti di zona sia il limite differenziale di immissione'. In base a questo riscontro, il precedente proprietario era stato risarcito per i danni subiti, ma aveva comunque deciso di lasciare l'abitazione.

Dal 10 maggio scorso la famiglia Fardella ha sporto cinque denunce penali - i cui procedimenti sono ad oggi tutti in corso - una delle quali riguarda la presenza di lamiere di eternit e di numerosi pneumatici abbandonati dal proprietario del bar dietro l'abitazione. La regolamentazione degli orari di attività dei pubblici esercizi è di competenza dell'Ufficio del Commercio del Comune che, in base alla sussistenza di determinate condizioni, può stabilirne la riduzione. Più volte interpellati da un avvocato che segue la famiglia il sindaco Alessandro Mezzanotte e le istituzioni competenti. I Vigili urbani sono stati contattati dai Fardella per far rimuovere le auto degli avventori del bar spesso parcheggiate davanti al cancello della casa, dotato fra l'altro di passo carrabile, ma non si sono mai presentati.
Un altro caso di istituzioni assenti? Secondo la famiglia Fardella sembra di sì.

11/02/2009





        
  



5+3=
Lamiere in eternitnel retro della casa

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