Malattie professionali, nel 2008 aumentano le tabellate
Ascoli Piceno | Con il Decreto Legislativo n. 81/08 in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, vengono riconosciute alcune patologie che prima non erano direttamente imputabili all'attività lavorativa. DallInail di Ascoli Piceno utili informazioni.
di Francesca Gironelli
Lino Cimini, Direttore Amministrativo provinciale Inail di Ascoli Piceno
La tutela della persona nello svolgere la propria attività lavorativa contro eventi infortunistici è stata contemplata nella storia italiana fin dal 1898, quando venne istituito l'Inail, l'Istituto nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro.
Negli anni il tipo di intervento assicurativo a favore dei lavoratori ha subìto mutamenti, in sintonia con i cicli storici, fino ad arrivare ai giorni nostri, anzi fino alla scorsa estate. Infatti da luglio 2008 è entrato in vigore il Decreto Legislativo n. 81, dello scorso 9 aprile, che ha portato variazioni importanti per quanto concerne le malattie professionali.
Nel mese di novembre sono stati pubblicati i risultati contenuti nel Rapporto Annuale Regionale 2007 Inail della nostra Regione, in cui risulta anche che la provincia di Ascoli Piceno è la più virtuosa: ha registrato un calo del 7,2 % rispetto al 2006 per numero di denunce presentate (6.217). Nel testo si evince che a fronte del calo delle denunce per gli infortuni sono aumentati però i casi di malattie professionali. E nel 2008 si risponde a questa necessità di maggior tutela con il nuovo Testo Unico (D. Lgs. 81/08).
Per capire cosa è cambiato da questa estate siamo andati alla sede provinciale Inail di Ascoli Piceno, dove il Direttore amministrativo Lino Cimini e la Dirigente Medico legale Giuseppina Bomba si sono resi disponibili a chiarirci un po' le idee su una materia tanto complessa.
"Non facendo una distinzione fra la provincia di Ascoli Piceno e Fermo, i dati unitari Inail relativamente all'andamento infortunistico nel Piceno sono confortanti" spiega il Direttore Cimini. "Negli ultimi 4 anni circa si è verificata una diminuzione di infortuni e questo perché nella nostra Regione si è fatto un discorso di rete fra istituzioni, parti sociali e il nostro ente. A lungo andare i risultati si iniziano a vedere, e fino a pochi anni fa la Marche avevano la maglia nera in fatto di infortuni".
Ricordando che fra costi diretti e indiretti per la prevenzione o i danni per la sicurezza nei luoghi di lavoro si attesta al 3,29% del PIL, significa che per il sistema Paese si sostiene un impegno immenso sia intermini di danni alla salute, sia in termini di civiltà e diritti negati, come sottolinea ancora il dott. Cimini.
Ma quali sono le malattie professionali più diffuse e come sono cambiate nel tempo? Sapere cosa è variato aiuta a capire il cambiamento apportato dal nuovo testo unico del 2008. "Dobbiamo premettere che c'è stato un cambiamento non solo naturalistico ma anche giurisprudenziale - afferma la dott.ssa Giuseppina Bomba - cambiamento che ha sovvertito l'andamento della patologia, della tecnopatia in ambito lavorativo e previdenziale, in quanto siamo passati ad un aumento a livello nazionale di denunce di patologie professionali da circa 25mila a 27mila, mentre in ambito regionale abbiamo assistito ad un incremento del 3,3% pari a 1837 patologie professionali denunciate.
Per la maggior parte dei casi, in riferimento a previsioni legislative completamente diverse da luglio 2008, sono patologie non ‘tabellate' (ndr: al di fuori cioè della ‘liste ufficiali' precedentemente esistenti) riconducibili a sovraccarico biomeccanico del rachide e degli arti superiori".
La dottoressa si è soffermata sull'importanza del nuovo decreto entrato in vigore da luglio scorso grazie al quale alcune malattie sono state inserite nelle tabelle, ossia vengono ora riconosciute subito come causate, in maniera anche parziale, dall'attività lavorativa svolta.
La buona notizia, per i lavoratori che purtroppo soffrono di queste patologie ‘new entry' - come l'ernia discale, l'osteodiscopatia, tendinite, epicondiliti o tunnel carpale - è il fatto che denunciandole non dovranno più assumersi il carico dell'onere della prova. Non servirà più la difficoltosa raccolta di documentazione tecnica e sanitaria da presentare insieme alla denuncia, perché queste malattie da luglio 2008 sono riconosciute ufficialmente, ossia ne viene riconosciuta l'origine lavorativa.
"Per il 2008 - precisa la dirigente Inail - non ci sono ovviamente ancora i dati ufficiali per i riconoscimenti effettuati, ma nel Piceno stiamo vedendo che dal 30% si è già passati al 40% di riconoscimento delle patologie, grazie all'ascrizione in tabella delle stesse patologie, che prima godevano di un riconoscimento non gabellato nell'ambito del cosiddetto ‘sistema misto' delle patologie professionali".
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15/12/2008
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Betto Liberati