Quando il turismo a San Benedetto era....
San Benedetto del Tronto | I ricordi dell'ingegner Pietro Laureati e Ivano Pennesi, entrambi al timone dell'Azienda di soggiorno dagli anni Sessanta fino alla fine degli Ottanta, artefici di una San Benedetto "storicamente" città turistica.
di Alessandra Clementi

Pennesi, Laureati, Calvaresi(foto Cellini)
Così ha inizio la vicenda di due uomini che hanno fatto la storia del turismo sambenedettese e che hanno contribuito a ridisegnare la città. Basti pensare che prima di loro sul lungomare non c'erano palme e furono loro due a sperimentarle a metà degli anni Settanta, venendo presi quasi per pazzi e ricevendo le critiche degli stessi concessionari di spiaggia. L'idea illuminante era quella di sostituire gli ombrelloni con le palme, ma questo non avrebbe prodotto reddito così ci si "limitò" a piantarle sul lungomare creando la Riviera delle palme. A loro si deve anche la realizzazione delle maggiori attrazioni sportive della città come i campi da tennis, la pista di pattinaggio e la bocciofila.
Era una San Benedetto che cresceva e cambiava volto.
Erano gli anni in cui molti residenti all'arrivo dell'estate si trasferivano nei garage o nelle soffitte per affittare i propri appartamenti ai "forestieri". Gli anni del boom economico in cui per la prima volta le famiglie si potevano permettere la villeggiatura. Si partiva con nonni e bambini al seguito per andare alla marina. Da qui il fiorire di hotel, se ne contava circa 120 in tutta la Riviera, un'incidenza diversa da quelli di oggi dove almeno 35 si sono persi per strada.
Così San Benedetto da giugno a settembre viveva un'altra vita, arrivando ad ospitare 2 milioni e mezzo di presenze.
Grazie ai nostri Laureati e Pennesi si deve anche la corsa ciclistica della Tirreno - Adriatico dove l'obiettivo era quello di "conquistare" l'amicizia del regista di turno per mandare in video il maggior numero di immagini della Riviera da far arrivare sugli schermi televisivi di tutta Italia.
Ma anche gli anni delle fiere nel nord Europa, in Germania, nei Paesi dell'est che guardavano alla nostra costa come al paradiso. Pietro e Ivano partivano con valigie piene di entusiasmo e di amore per la loro città, con l'unica missione quella di veicolare il nome della Riviera in tutto il mondo e portare più gente possibile nel proprio paese quasi fosse una bella fidanzata da far ammirare a tutti.
Tante idee e progetti, non ultimo quello dei bus per poter far visitare ai turisti anche le zone dell'entroterra. Così si partiva alla mattina di buon'ora con tanto di pranzo al sacco per visitare Ascoli, Ripatransone, Offida e non mancavano gli spazi per i giovani che di giorno potevano godersi il loro camping e alla sera visitare pub e discoteche della costa sempre a borde degli autobus messi a disposizione dell'Azienda di soggiorno.
Uno sguardo verso il passato per cercare di comprendere meglio il presente e soprattutto fare fronte alla crisi che ha colpito anche l'industria turistica. La passione sembra essere l'ingrediente e il segreto di questi due pionieri.
Una passione che oggi...purtroppo si fa fatica a ritrovare nei nostri operatori balneari.
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29/11/2008
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