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Quintilio Mannocchi, l'uomo che nel 2002 uccise la moglie, è in carcere

Cossignano | Lo hanno arrestato i carabinieri di Ripatransone su ordine di carcerazione emesso dal tribunale di Macerata per l'omicidio aggravato della moglie avvenuto il 13 novembre del 2002.

Rigettato l'appello e cinseguente conferma della sentenza emessa l'11 gennaio 2006 dalla Corte di Assise di Macerata, ribadita il 10 aprile del 2008, dalla Corte di Assise di Appello di Ancona.

La pena di 21 anni che con i benefici di legge si riduce a 18.
Quintilio Mannocchi la sera del 13 novembre 2002 uccise con un colpo di fucile alla schiena la moglie Maria Virgili di dieci anni più giovane. L'uomo ha sempre sostenuto che si era trattato di un incidente e che il colpo era partito accidentalmente dal suo automatico calibro 12 mentre lo stava pulendo per prepararsi a una battuta di caccia.

I figli della coppia, Alessia e Massimo, sostennero però fin dal primo momento che si trattava di un omicidio volontario dal momento che c'erano stati precedenti minacce e si rivolsero ai legali Sergio Gabrielli di Grottammare e Massimo Tonoli di San Benedetto. I legali fecero elaborare una perizia balistica attraverso la quale riuscirono a dimostrare che il fucile era stato ritrovato dai carabinieri con l'otturatore aperto e la sicura inserita mentre il bossolo della cartuccia esplosa era di colore giallo fosforescente per cui sarebbe stato molto difficile "scarrellare" senza accorgersi che il colpo stava entrando in canna.

In base a questa perizia i giudici hanno stabilito che nel momento in cui premette il grilletto Mannochi sapeva benissimo quali sarebbero state le conseguenze. I guiudici hanno dunque ritenuto logiche le argomentazioni con cui era stata comminata la condanna a 21 anni di carcere ed hanno rigettato il ricorso che era stato presentato dai legali di Mannocchi: Walter Massucci e Alfredo Ascani.

30/04/2008





        
  



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