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Cgil e comune di Fermo ai ferri corti per un dipendente

Fermo | Il sindacato attacca l'Amministrazione: "Scaricato come un pacco postale perché era nostro candidato"; la replica: "Accuse ridicole, una procedura su specifica richiesta del lavoratore"

Negli ultimi giorni, il trasferimento di un dipendente del comunei di Fermo a San Benedetto del Tronto ha scatenato un acceso botta e risposta tra sindacato Cgil, di cui il lavoratore era componente, e candidato in vista dell'elezione delle Rsu, ed Amministrazione comunale. Ad accendere lo scontro è stato Andrea Raschia, della Cgil funzione pubblica. A rispondergli prima il sindaco Di Ruscio, poi il vicesindaco di Fermo Michele Rastelli.  

"Pareva che la lezione fosse servita - scrive Raschia - Che lei signor sindaco, avesse accolto il nostro appello e almeno tentato di recuperare una gestione troppo disinvolta e foriera di possibili conflitti".

"Evidentemente ci sbagliavamo. Prova ne sia l'ultimo "scivolone" in ordine di tempo: pochi giorni fa la Giunta intervenendo pesantemente nell'importante consultazione che vedrà coinvolto il personale per le elezioni della Rsu, ha pensato bene di dare il benservito ad un candidato Cgil. Il fatto: il lavoratore, per ragioni personali, lo scorso aprile aveva chiesto e poi ottenuto il "nulla osta" per una mobilità esterna. Dopo di che solo letargo e polvere per la sua pratica, fino al 31 ottobre scorso quando qualcuno si è svegliato, forse vedendo campeggiare nome e cognome del lavoratore nella lista Cgil. Quando la fretta è cattiva consigliera! Lo stesso giorno all'interessato viene notificata dal comune di residenza Offida, con inconsueta - e costosa! - procedura, la comunicazione di assegnazione al Comune di S. Benedetto. Non una parola in più. Figurarsi poi la considerazione per la sua candidatura nella lista Cgil o per la procedura di prassi che in questi casi prevede tassativamente il consenso dell'associazione sindacale di appartenenza".

"E' stato trattato alla stregua di un pacco postale, forse perché giudicato un dipendente "scomodo" al punto di "osar" contrastare le decisioni strampalate dell'ente come la scandalosa delibera sul condono che ha stanziato 500 mila euro per tre dipendenti! Una vicenda che, per certi versi, fa il paio con quanto accaduto al malcapitato vigile urbano, reo di aver svolto il proprio dovere anche nei confronti di un assessore e per questo spostato d'ufficio. Abbiamo posto con pacatezza la questione del lavoratore candidato al dirigente del servizio personale, facendo notare l'eccessiva ed inspiegabile fretta, ricevendo comprensione per posticipare la decorrenza dell'atto almeno fino al 1 dicembre"

"Anche lei signor sindaco - ricorda Raschia - ha convenuto che si trattava di un problema risolvibile. Invece siamo alle solite. Perché? C'è qualcuno in questo comune in grado di mantenere gli impegni? Di chi la responsabilità di questa decisione che interferisce nello svolgimento del percorso democratico che porterà all'elezione diretta dei rappresentanti sindacali? Si è tenuto conto delle conseguenze politiche che la vicenda inevitabilmente innescherà? Ci aspettiamo che Lei signor sindaco consigli a chi di dovere di documentarsi questa volta".

Immediata la replica del primo cittadino fermano, che aveva indicato come si trattasse di una normalissima procedura di mobilità volontaria, invitando la Cgil ad evitare allarmismi e polemiche su questioni infondate. Oltre al sindaco, a replicare anche il suo vice, Michele Rastelli

"Siccome spesso succede che una bugia ripetuta più volte finisce con il diventare una mezza verità - spiega l'assessore all'urbanistica - sarà il caso di commentare le dichiarazioni del sig. Raschia della Cgil che si scaglia contro l'Amministrazione Comunale rea di aver dato l'ok al trasferimento, chiesto dall'interessato stesso, di un lavoratore, dal Comune di Fermo a quello di San Benedetto del Tronto.

"Che fortuna possedere una grande intelligenza: non ti mancano mai le sciocchezze da dire". Non so se quando lo disse Cechov si trovava di fronte ad un caso del genere: certo è che gli si doveva avvicinare molto. Si è infatti mai visto prendere a schiaffi qualcuno per averti dato ciò che gli avevi chiesto?

"Continua il sig. Raschia: "Il dipendente è stato trattato alla stregua di un pacco postale, forse perché giudicato un dipendente scomodo al punto di osar contrastare le decisioni strampalate dell'ente come la scandalosa delibera sul condono che ha stanziato 500mila Euro per tre dipendenti!" Scusi, signor Raschia, come fa a dire che quelle falsità sul condono sono state scritte dal dipendente in questione se sulla stampa sono apparse in coraggiosa forma anonima? Evidentemente ella è persona informata più dell'Amministrazione che solo oggi, a trasferimento avvenuto, grazie a lui, conosce l'autore di quell'articolo sul condono.

"Se non altro questo dimostra che la sua teoria è saldamente piantata... in aria. Se poi ciò che si cerca è lo scontro a tutti i costi, allora alziamo le mani perché in questi casi non c'è logica che tenga".

12/11/2007





        
  



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