Campi di prigionia a Servigliano
Servigliano | Nuovi studi sul campo di prigionia di Servigliano. Documenti e testimonianze presentati il 5 ottobre

Libro Millozzi
Cpg 59 Servigliano, Cpg 53 Sforzacosta e Cpg 70 Monte Urano erano i tre grandi campi di prigionieri di guerra nelle Marche. Dove furono catturati i progionieri che vi confluivano? Come erano le condizioni di vita al loro interno e che cosa accadde dopo l'8 settembre 1943? Perché a Servigliano i progionieri scapparono in massa, disperdendosi nella campagna circostante, mentre a Sforzacosta e Monte Urano la maggioranza di essi fu deportata in Germania? Come vedevano i progionieri alleati i loro carcerieri fascisti e che cosa accadde quando molti di loro vennero a contato con i contadini della campagne dopo l'armistizio?
Lo studio dei documenti conservati negli archivi di Roma e di Londra, le interviste con coloro che vissero quelle esperienze e la lettura di molti diari di prigionieri in fuga hanno permesso di rispondere a queste domande. Traspare un'immagine inedita dell'Italia e delle Marche vista attraverso gli occhi di soldati stranieri che improvvisamente dopo il repentino armistizio, si trovarono a dover chiedere cibo e protezione ai loro supposti nemici.
Studi e ricerche hanno dato vita a un documentato libro storico dal titolo "Prigionieri Alleati: cattura, detenzione e fuga nelle Marche 1941-1944", scritto dallo studioso marchigiano Giuseppe Millozzi ed edito dalla Uguccione Ranieri di Sorbello Foundation, trust fondato a New York con sede operativa a Perugia. In primo piano, manco a dirlo, le vicende che videro protagonista il campo di prigionia di Servigliano. Alla pubblicazione ha collaborato il Monte San Martino Trust. Il volume, che presenta molti aspetti inediti della vicenda storica, sarà presentato venerdì 5 ottobre nel teatro comunale a Servigliano.
Il libro di Millozzi (foto) offre per la prima volta una ricostruzione storica meticolosa e organica della vicenda dei prigionieri alleati nelle Marche, esaminando un'importante documentazione archivistica sia alleata sia italiana, nonché un'abbondante memorialistica. Il merito maggiore di Millozzi è la sua capacità di leggere le fonti alleate in modo approfondito, in qualche modo penetrandone dall'interno.
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26/09/2007
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