Cerca
Notizie locali
Rubriche
Servizi

La XI edizione del Summer Tam si apre con il trio Marcotulli-Erskine-Danielsson

Porto Sant'Elpidio | Un primo appuntamento, quello di lunedì 25 giugno presso Villa Baruchello di Porto Sant'Elpidio, che vedrà esibirsi tre stelle del panorama internazionale

Alla XI edizione del Summer Tam l'onore di aprire una stagione estiva sotto il segno del Marche Jazz Network, la rete regionale del jazz forgiata da Ancona Jazz, Fano Jazz e la stessa Tam Tutta un'Altra Musica. Un primo appuntamento, quello di lunedì 25 giugno presso Villa Baruchello di Porto Sant'Elpidio, che vedrà esibirsi tre stelle del panorama internazionale: Rita Marcotulli, Peter Erskine e Palle Danielsson. E' la straordinaria pianista romana, ospite sempre gradita della rassegna, a delineare i contorni di un progetto colmo di magnetismi e, naturalmente, di trascinante complicità. 

 Rita, come riuscite ad incastonare le vostre singole peculiarità?
"Ogni volta la nostra è una musica diversa. L'abbiamo scelta per raggiungere proprio questo obiettivo. E meno male che sia così, altrimenti... ci annoieremo! Intendiamoci, i pezzi sono uguali, ma le improvvisazioni variano naturalmente di sera in sera. La nostra è una musica originale, composta da tutti e tre. E' difficile da descrivere a parole: sicuramente si tratta di un jazz melodico. Siamo soprattutto un trio molto interplay, non esiste un solista ma suoniamo insieme. C'è una grande affinità tra noi, un grande ascolto e un grande rispetto."
 
Tutti e tre rientrate a pieno titolo nel firmamento del jazz internazionale. E di connessioni con altri artisti ne avete concretizzate ovunque.
"Peter vive a Los Angeles e da sempre suona con tantissimi musicisti. Io sto facendo tante altre cose, ho un duo con Andy Sheppard e sto preparando altri progetti con altri musicisti. E così Danielsson, che vive a Stoccolma e suona con musicisti locali come Bobo Stenson, Jon Christensen, etc. Onestamente, sarebbe limitativo suonare sempre e solo con il trio. E' bello invece arricchirsi con altre cose per poi ritrovarsi. In questo modo la musica resta sempre fresca."
 
Come vi siete trovati con Peter e Palle?
"Con Peter ci conosciamo da tantissimo tempo, abbiamo iniziato a suonare in trio cinque anni fa. Con loro originariamente suonava John Taylor, che però una volta ha dovuto rinunciare ad un concerto. Lo feci io e da lì è nata questa avventura. Devo dire che tra John e Peter la cosa è finita a prescindere da me. Noi abbiamo semplicemente continuato a suonare. Poi per circa un anno e mezzo non ci siamo più visti, fino a che Peter non mi ha richiamata per fare una cosa a Venezia con Palle. Da lì abbiamo ripreso con maggior vigore, suonando spessissimo sia in Italia che all'estero."
 
Proviamo a dare una definizione dei tuoi compagni di viaggio.
"Per me suonare con loro è come andare con la limousine. Poi è difficile salire su un'altra macchina! Chiaramente sono dei mostri sacri, dei musicisti unici: non esiste altrove un Peter Erskine così come non esiste un Palle Danielsson. Hanno una loro personalità, hanno creato uno stile, per cui è chiaro che mi sento molto fortunata a suonare con musicisti così bravi e così umili. Sono delle grandi persone e devo dire che questa è una caratteristica che cerchiamo sempre tutti e tre, perché è da questo presupposto che la musica acquisisce ancora più fascino."
 
E come descriveresti Rita Marcotulli?
"Io? Suono il pianoforte ma la cosa che mi piace di più è comporre. Mi riconosco più nelle mie composizioni perché è un po' come se fosse il mio mondo, dove chiaramente mi trovo splendidamente. Non suono tantissimi standard proprio perché mi piace di più trovare la mia ispirazione, stimolando la creatività. Le mie composizioni sono la cosa dove mi identifico di più, dalle quali escono sempre dei colori."
 
Colori che ha riprodotto graficamente in un tuo album fondamentale.
"Sì, era 'Koinè', dove c'era proprio un concept, un'idea del colore. L'ho chiamato così perché stava per mescolanza, tante culture che si incontrano e trovano un linguaggio comune. Era un sorta di viaggio immaginario nel mondo. Era appena scoppiata la guerra in Iraq e avvertivo una certa sensazione di incomprensione tra i popoli. Mi era venuta voglia di parlare di queste cose, di dire banalmente anche in forma di favola che mi immaginavo un mondo tutto grigio dove improvvisamente una cultura aveva globalizzato tutto il resto. Tutto era diventato di una noia mortale, erano scomparsi i colori, era scomparsa la varietà. Per me è invece importante essere tolleranti e sensibili verso altre realtà che ci arricchiscono. Perché un mondo con un solo colore dominante sarebbe invivibile. In quel disco, a riprova di quanto detto, c'erano tanti musicisti: Tuncboyaciyan, armeno, Sheppard, inglese, Lena Willemark, scandinava e lo stesso Danielsson. Era una sorta di crocevia. E c'era la voglia di dire con i suoni che è troppo importante volersi bene in qualche modo."
 
In ogni angolo d'Italia l'attenzione per il jazz è esponenziale: aumentano i festival, aumenta il pubblico. Quale visione hai oggi della tua musica?
"Sicuramente in Italia c'è un livello musicale altissimo, i musicisti sono preparatissimi. In questo periodo, insegnando a Santa Cecilia, trovo un livello molto più alto rispetto al recente passato. E questo è confermato anche dal riscontro internazionale per i nostri artisti. Non dico quelli più noti come Paolo Fresu, ma piuttosto Bosso, Petrella, Di Castri e giovani come Giovanni Guidi, figlio di Mario Guidi. Questo ci fa onore, c'è un'attenzione particolare. Viviamo un momento felice anche perché i media hanno dato un pochino più di attenzione a questa musica. E poi noi, a Roma, con un sindaco come Walter Veltroni, amante del jazz, siamo stati miracolati! Un'attenzione che ci ha dato un grande entusiasmo, oltre ad una maggiore visibilità. Basti pensare alla realizzazione della Casa del Jazz."
 
Proprio lì avete registrato un disco di grande intensità, distribuito lo scorso anno da Repubblica e L'Espresso.
"Intanto, non era una raccolta di pezzi già fatti ma un concerto vero e proprio. E oltre ad essere un bel disco, ha avuto un grandissimo riscontro. Abbiamo avuto delle vendite pari a quelle dei gruppi pop, raggiungendo le 30.000 copie. Ma anche gli altri dischi della collana hanno venduto tantissimo. E' stato un fenomeno che ha fatto riflettere le etichette."
 
Piuttosto frequenti sono i tuoi passaggi in terra marchigiana.
 "Mi fa sempre piacere raggiungervi, anche perché - quasi nessuno lo sa - ho anche origini marchigiane: mio nonno infatti era di Falconara e mia nonna abruzzese. Insomma, mi trovo un po' a casa!"
 
C'è poi il rapporto speciale e continuo con Tam. Tofoni, presentandoti, ha affermato: "Rita noi la facciamo in tutte le salse".
"A prescindere dalla nostra amicizia, ce ne sono pochi di personaggi competenti come lui. Che dire, lì mi trovo bene, trovo il pubblico attento, e il mangiare... non ne parliamo! Ma so soprattutto che trovo una situazione di qualità, il suono giusto. E' importante, per noi che giriamo tantissimo, sapere che troveremo già una certa professionalità."
 
Anche perché la vostra è una musica che richiede una situazione tecnica che sfiora l'eccellenza.
"Uno da sempre tutto per scontato ma non è così, nel senso che il suono è il 60% della musica, specialmente per la nostra, in qualche modo intimista. E' una musica che necessità di una certa qualità. Il nostro poi è un concerto ricchissimo di particolari, che devono uscire ben definiti."
 

23/06/2007





        
  



5+5=

Altri articoli di...

Cultura e Spettacolo

28/04/2011
“BRUNO LAUZI – Questo piccolo grande uomo" (segue)
24/04/2011
“Bruno Lauzi – Questo piccolo grande uomo” (segue)
15/04/2011
Un cinema non solo da “vedere”: al via la rassegna “La posta in gioco” (segue)
04/04/2011
Stagione teatrale: “FABIO RICCI…CANTA ZERO” (segue)
28/03/2011
“La mia provincia": un premio alle classi vincitrici del concorso di disegno (segue)
25/03/2011
Ultimo appuntamento con i Teatri D’Inverno (segue)
25/03/2011
PATTY PRAVO TOUR 2011 (segue)
23/03/2011
150 Anni dell'unità d'Italia (segue)
ilq

Una serata di emozioni e scoperte

ASPIC Psicologia di San Benedetto del Tronto presenta il Centro Psiconutrizionale

Betto Liberati