dal gruppo dei Democratici e popolari di Sant'Elpidio a Mare riceviamo e pubblichiamo una nota in replica all'ex sindaco Giovanni Martinelli, che aveva definito come "di disturbo" le candidature alle elezioni comunali di Franco Lattanzi, leader dei Democratici e popolari, e di Marzia Galletti.

"Ciò che preoccupa nelle affermazioni di Martinelli è la mancanza di aderenza alla realtà. Infatti dimentica che la nostra lista è presente dal '99 sullo scenario politico 

La nostra presenza è stata per lui determinante nel poter governare e altrettanto determinante nel tornare a casa è stata la nostra mancanza di consenso. In una cosa invece ha ragione, e ciò ci onora: sicuramente la nostra lista si pone come disturbo per chi vorrebbe fare i propri interessi e per chi scambia la politica con il gossip. In questo senso riaffermiamo con forza che il nostro obiettivo resta quello di dimostrare che si può governare senza interessi propri e senza protagonismi dai toni melodrammatici. 

Affermare che non sono stati i cittadini a far cadere l'amministrazione è assolutamente antidemocratico e nasconde arroganza dato che sono stati i consiglieri comunali a votare la sfiducia: e chi altro essi rappresentano se non i cittadini che li hanno votati?

Martinelli quando parla di liste della vendetta, forse allude alla propria. Ci sorge il dubbio infatti che chi attribuisce con ripetitività maniacale sentimenti di vendetta e di tradimento agli altri, forse farebbe bene a cercarli dentro di sé! 

Una constatazione il cittadino dovrebbe fare: come mai la quasi totalità delle persone che, a più riprese, hanno fatto parte della giunta non sono oggi al suo fianco e non gli hanno riconfermato la loro fiducia? Non c'è la Tosoni, non c'è Santori, non c'è la Galletti, non ci sono Lattanzi e Diomedi. Ci chiediamo allora: chi è che non va d'accordo con nessuno? Quale fiducia dare ad una persona che, mentre afferma che non andrà avanti con attacchi personali, continua ad insultare e ad accusare subdolamente. L'arroganza di essere sempre nel giusto fa sorgere il sospetto che vittimismo e buonismo siano strategie per conquistare la platea.

È ora di smetterla inoltre di sbandierare opere fatte da tutti noi come sue realizzazioni personali.Il Girasole, la Casa di Riposo, ecc. sono previste nella relazione programmatica al bilancio del 2005 e firmate dall'allora Assessore ai servizi sociali Cristiana Tosoni. Su quelle opere eravamo tutti d'accordo, erano altre le cose che non ci hanno trovato d'accordo. 

Ciò che rattrista è non riuscire a sentire argomentazioni politiche, ed ascoltare solo autocelebrazioni invece che programmi, è l'improvvisazione istrionica su un palco così serio. Ciò che non solo rattrista ma ci preoccupa è che non siamo riusciti ancora ad avere la documentazione relativa alla SEM servizi, è che il vero costo della serata RAI ancora non si sappia, è che non sia noto ancora il rendiconto economico dell'Edipo Re , commisionato alla SEM servizi.

La politica deve ritrovare la sua dignità perché è la mancanza di questa  la vera cosa che rattrista".