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IL Vescovo di Locri al corso di formazione sociopolitica "educazione alla legalità"

Ascoli Piceno | Un messaggio di speranza e di dignità nelle parole pronuciate da Monsignor Giancarlo Maria Bregantini durante l'incontro con gli ascolani

di Paolo Clerici


Sono parole di dignità e di speranza quelle che infonde il Vescovo di Locri, Monsignor Giancarlo Maria Bregantini, testimone di una terra squassata dalla criminalità organizzata e dall’usura, dalla faida alle lotte intestine, nell’ambito del corso di formazione socio-politica organizzato dalla Diocesi di Ascoli e dal Centro servizi per il volontariato, sul tema “Educare alla legalità”.

Noto per l’impegno profuso contro la lotta alla criminalità organizzata ed a favore dell’azione educativa rivolta verso le giovani generazioni della Locride, Monsignor Bregantini, nel corso della conferenza stampa che si è svolta ieri presso la sala del Fogolino dell’Episcopio di piazza Arringo,
ha cercato di restituire i principi ispiratori di un viaggio che intende rinsaldare il Nord ed il Sud del Paese attraverso i valori della giustizia e della legalità.

“La reciprocità è il metodo da seguire per affrancare i giovani dalla paura che imprigiona la libertà del meridione – ha dichiarato Monsignor Bregantini – la reciprocità è, infatti, fattiva, operativa, a differenza della solidarietà che rappresenta, piuttosto, un concetto emotivo”.

E per spiegarsi si aiuta con un esempio.  “Le cooperative che abbiamo ricalcato nella Locride sul modello istituito in Trentino rappresentano in Calabria un spazio autonomo di legalità. Grazie alla reciprocità siamo in grado di effettuare il raccolto dei lamponi due volte all’anno: a luglio in Trentino e a dicembre in Calabria”.

“Mai senza l’altro”. E’ il motto cui è improntato il lavoro di educazione alla legalità realizzato dal Vescovo di Locri. Significativo, inoltre, il gemellaggio che sta nascendo tra la cittadina calabrese e la Basilica di Cascia. “Rita è la Santa che ha imparato a perdonare – ha spiegato Monsignor Bregantini – e chi altri, se non una donna o una madre, può comunicare il valore del perdono in una terra insanguinata da un rigurgito di violenza così sconvolgente come la faida?”

“Una piaga in cui il male si ripercuote sugli stessi uomini che fanno del male – ha concluso il Vescovo Bregantini che preferisce, tuttavia, congedarsi con un messaggio di speranza, contenuto all’interno degli stessi drammi del presente – Le ferite inferte dalla vita spesso si trasformano in feritoie di grazia”, spiragli di luce da cui è possibile intravedere un mondo più dignitoso. 

13/01/2007





        
  



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