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Per il calcolo delle pensioni è possibile abolire il metodo contributivo?

San Benedetto del Tronto | Rileggere l’art. 38 comma 2 della Costituzione

di Felice Di Maro*


La legge del 23 agosto 2004 n.243 pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 21 settembre 2004 rappresenta il livello legislativo più basso prodotto dal Parlamento italiano.

Con questa legge la previdenza pubblica si sta avviando ad assumere un ruolo marginale nel sistema previdenziale italiano. In linea con la Riforma Amato (D.Lgs n.503/1992) e la Riforma Dini (Legge n.335/1995) penalizzerà fortemente quelle fasce di cittadini che vivono già oggi in una dinamica di frontiera tra povertà ed esistenza precaria.

Si voglia a o no ci sono famiglie che hanno problemi, non per arrivare alla fine del mese in funzione dei consumi standar di vita del nostro tempo ma per i consumi primari. Fra questi la spesa alimentare è sempre più compromessa. E, non è, e non sarà mai all’ordine del giorno (O come si preferisce dire nell’”Agenda”!!) destinare quote di reddito per polizze vita che in futuro possano assicurare un reddito.

La pensione si sta avviando a diventare non un diritto ma una possibilità di reddito legata al sistema finanziario e quindi ai suoi mercati. Ma è possibile considerare la pensione come un prodotto finanziario legata ad una polizza assicurativa?

Invito i lettori a seguire l’itinerario che si presenta.

L’art. 38 comma 2 della Costituzione afferma:

“I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ad assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria.”

Come si vede la “vecchiaia” viene elencata tra i “mezzi adeguati” che lo stato deve assicurare per le “esigenze di vita e cioè per i bisogni primari, in primis spesa alimentare e medicinali, ma anche come affermano i sociologi abbigliamento minimo, affitto di casa e se si vuole anche <<bisogni di informazione>> come l’acquisto di un giornale o di un libro, quest’ultimo s’intende periodicamente.

La pensione dunque che coincide con i “mezzi adeguati” è ordinata dalla Costituzione e non può essere primariamente in funzione della bontà o meno dei mercati finanziari. La pensione ha rango costituzionale e non può diventare un prodotto finanziario ed essere inserita nei business della finanza.

Premesso che i mercati finanziari sono liberi e per legge non possono essere disciplinati in modo assoluto. Bisogna quindi che la gestione pubblica delle pensioni assicuri un livello di reddito che al momento dell’età pensionabile ed anche oltre s’intende, consenta di soddisfare le “esigenze di vita” costituzionali nel caso indicato della “vecchiaia” che prima o poi arriva per tutti .

Come si può operare? Innanzitutto bisogna che i fondi pensioni per la previdenza complementare siano maggiormente conosciuti e valorizzati con informazione diffusa e continua in quanto rappresentano un regime collettivo di gestione che vede coinvolte nella contribuzione anche le aziende. Ma è chiaro che il sistema della contribuzione che assicurerà pensioni tramite enti previdenziali pubblici solo per il valore dei contributi versati deve modificarsi in quello retributivo. Il sistema retributivo assicura pensioni calcolate in funzione della retribuzione percepita dal lavoratore con evidenze di scarti certo ma di valori non elevati.

Come si può operare questa svolta nel sistema previdenziale italiano? Sia chiaro!! Dai politici non dobbiamo sperare in nulla in quanto è grazie a loro se oggi siamo in questa situazione con un quadro previdenziale che possiamo definire squallido. Un contributo di analisi che può far decollare posizioni politiche di contrasto al trend in corso può venire dai ricercatori universitari di Area Finanza. Le nuove tecnologie consentono ricerche mirate ed offrono dati statistici di rilievo con i quali è possibile definire meglio le distanze reali dei vari equilibri di finanza ed economia. Il “rischio”, nei suoi molteplici aspetti ad esempio, può essere un campo di ricerca che può offrire al quadro economico della fase in corso materiali di approfondimento e di ripensamento.

Sui quali (E, ne sono certo!) i ricercatori di Macroeconomia e Microeconomia sapranno fare un buon lavoro per riproporre ai politici un nuovo equilibrio del sistema previdenziale italiano.

*Studente di Economia Area Finanza
Università Politecnica delle Marche

09/11/2006





        
  



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