Vino e trucioli
| ROMA - Per Ascat-Unci, il decreto De Castro accoglie in pieno le nostre richieste avanzate in luglio
Soddisfazione espressa dal Presidente Ascat-Unci, Antonio Fronzuti, per l’adozione del recente decreto del Ministro De Castro che vieta l’impiego dei trucioli di quercia per i vini Doc e Docg.
Un provvedimento che accoglie, così, in pieno le richieste avanzate dallo stesso Presidente Fronzuti, lo scorso luglio nell’ambito dell’audizione parlamentare su tale questione, quando si era già da allora dichiarato contrario all’uso di questa metodologia di vinificazione ritenuta opportuna solo se applicata ai vini da tavola ma non alle produzioni di pregio del nostro made in Italy.
In via generale – ha detto Fronzuti – rimaniamo avversi nei confronti di questa pratica enologica ma visto che essa è fortemente utilizzata fuori dall’UE, in alcuni paesi e mercati per noi importanti come gli Stati Uniti e il Sudafrica, al fine di non penalizzare i produttori del Paese nel rapporto qualità –costi la riteniamo ammissibile solo per i vini da tavola a patto, però, che sia obbligatoria la dizione in etichetta, proprio nel rispetto del rapporto tra chi produce e chi consuma.
Con tale provvedimento – conclude Fronzuti – il Ministro ha fatto proprie le richieste avanzate dall’Ascat –Unci a difesa di quei vini a denominazione controllata e garantita che rappresentano l’eccellenze della produzione italiana nel mondo.
Un provvedimento che accoglie, così, in pieno le richieste avanzate dallo stesso Presidente Fronzuti, lo scorso luglio nell’ambito dell’audizione parlamentare su tale questione, quando si era già da allora dichiarato contrario all’uso di questa metodologia di vinificazione ritenuta opportuna solo se applicata ai vini da tavola ma non alle produzioni di pregio del nostro made in Italy.
In via generale – ha detto Fronzuti – rimaniamo avversi nei confronti di questa pratica enologica ma visto che essa è fortemente utilizzata fuori dall’UE, in alcuni paesi e mercati per noi importanti come gli Stati Uniti e il Sudafrica, al fine di non penalizzare i produttori del Paese nel rapporto qualità –costi la riteniamo ammissibile solo per i vini da tavola a patto, però, che sia obbligatoria la dizione in etichetta, proprio nel rispetto del rapporto tra chi produce e chi consuma.
Con tale provvedimento – conclude Fronzuti – il Ministro ha fatto proprie le richieste avanzate dall’Ascat –Unci a difesa di quei vini a denominazione controllata e garantita che rappresentano l’eccellenze della produzione italiana nel mondo.
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07/11/2006
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