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Interpellanza parlamentare dell'on. Angela Napoli

| ROMA - L'onorevole chiede di avviare le procedure per lo scioglimento del Consiglio regionale della Calabria.

La sottoscritta chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei Ministri, il Ministro dell’Interno, il Ministro della Giustizia, per sapere - premesso che:

- il comma 2 dell’articolo 137 del regolamento della Camera dei Deputati, in merito alle interpellanze presentate dai singoli Deputati, recita testualmente: “Trascorse due settimana dalla loro presentazione, le interpellanze sono poste senz’altro all’ordine del giorno della seduta del primo lunedì successivo”;

- il 19 settembre 2006, 72 giorni dalla data odierna, l’interpellante ha chiesto, attraverso l’atto ispettivo n. 2-00125, iniziative per giungere allo scioglimento del Consiglio Regionale della Calabria; l’interpellanza in questione è rimasta, a tutt’ oggi, priva di adeguato riscontro;


- nel citato atto ispettivo l’interpellante nel denunziare l’esistenza in Calabria di un forte sodalizio tra politica, ‘ndrangheta, imprenditoria e massoneria deviata, ha evidenziato la necessità di avere Amministrazioni locali, ed i relativi Consigli, costituite da persone capaci di amministrare la “cosa pubblica” con assoluta trasparenza e con il rifiuto di qualsiasi contiguità o collusione con ambienti del malaffare;

- l’attuale Consiglio Regionale calabrese, eletto nell’aprile del 2005, è costantemente rimbalzato alle cronache nazionali, insieme alle Giunte alternatesi nel breve arco temporale dalla loro costituzione, sia perché caratterizzato da uomini che avevano avuto problemi con la giustizia prima della richiamata tornata elettorale, sia perché mancanti di qualsiasi attività legislativa e amministrativa dopo l’omicidio del dottor Francesco Fortugno, in quel momento Vice Presidente del Consiglio Regionale;


- già il 6 dicembre 2005, in un articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore si parlava di una voce secondo cui ben undici consigliere regionali calabresi risultavano implicati in provvedimenti giudiziari o sotto processo;

- nel mese di giugno 2006, il giornale inglese The Guardian , riferendosi al movente dell’omicidio Fortugno, lo legava “agli sforzi della ‘ndrangheta di entrare nella sanità locale”, sforzi agevolati dal supporto elettorale che la criminalità organizzata avrebbe dato alle forze politiche calabresi del centro-sinistra durante le elezioni regionali del 2005;


- alcuni mesi fa un’agenzia di stampa, suffragata da voci ricorrenti anche in Parlamento, riferiva di ben cinque consiglieri regionali calabresi ai quali sarebbe stato imposto “il divieto di espatrio”;

- il 16 agosto 2006 il capogruppo dei DS in Consiglio Regionale della Calabria, a tutt’ oggi con tale incarico, Franco Pacenza, è stato arrestato dalla Guardia di Finanza con l’accusa di truffa per i fondi UE e concussione; in data 29 agosto 2006 il Tribunale della Libertà ne ha revocato la misura della custodia cautelare, ma, non essendo iniziato l’iter processuale, rimane vigente il presunto reato di accusa;


- notizie di stampa hanno riferito di un’indagine sull’utilizzo in Calabria dei fondi della ex legge n. 488 del 1992, operata del Servizio Centrale d’Investigazione sulla Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza, nella quale compaiono tutte le truffe attuate da varie aziende e società, alcune delle quali non avrebbero avuto neppure i requisiti per poter usufruire dei fondi; nell’indagine in questione compaiono anche gli interesse della ‘ndrangheta, la quale conosce bene i metodi per infiltrarsi laddove è possibile lucrare illecitamente, anche individuando canali attraverso i quali entrare in contatto con le istituzioni;


- in data 5 settembre 2006 è stata emessa una informazione di garanzia nei confronti del Vice Presidente della Giunta Regionale calabrese, Nicola Adamo, con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e all’abuso d’ufficio, nell’ambito di un’inchiesta che riguarda presunti illeciti nell’erogazione di finanziamenti a società operanti in vari settori tra cui l’informatica dove avrebbe svolto un ruolo, in diversi periodi, la propria moglie;

- nell’indagine sul complesso intreccio di società che riuscivano ad accaparrarsi i milioni dei finanziamenti europei, statali e regionali, “ve ne sarebbero alcune direttamente o indirettamente collegabili a famiglie della ‘ndrangheta calabrese”;


- il quotidiano Calabria Ora del 6 settembre 2006 indicava, senza precisarne i nomi, ben in 22 i consiglieri regionali calabresi che presentano conti in sospeso con la giustizia per diversi reati (associazione a delinquere di stampo mafioso, truffa e abuso d’ufficio);

- il quotidiano nazionale Il Giornale dell’8 settembre 2006, nell’articolo dal titolo “Calabria, tutti gli scandali che imbarazzano l’Unione” cita, indicandone le generalità, alcuni dei Consiglieri e Assessori Regionali calabresi, evidenziando i relativi reati commessi e quelli risultanti da attività investigative;


- in data successiva il Presidente, on. Agazio Loiero, ha finto di rimodulare la Giunta Regionale calabrese, riconfermando nella carica di Vice Presidente della stessa, Nicola Adamo;

- nello scorso mese di ottobre 2006 altri due consiglieri regionali calabresi sono stati raggiunti da un avviso si garanzia, innalzando così a ben 26 il numero di consiglieri che presentano conti in sospeso con la giustizia per i reati sopra enunciati;


- alla fine dello scorso mese di ottobre 2006 è stata richiesta la condanna ad otto anni di reclusione, più 3.000 euro di multa e pene accessorie, per Vincenzo Sculco, capogruppo della Margherita in Consiglio della Regione Calabria, nell’ambito di un processo per presunte irregolarità nella gestione di appalti, forniture e di un concorso alla provincia di Crotone;

- in data 9 novembre 2006 è stato sottoposto ad un provvedimento di custodia cautelare Antonio Palumbo, nominato dalla Giunta calabrese a Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera Pugliese-Ciaccio di Catanzaro, per un presunto reato commesso in una ASL di Roma;


- viva perplessità ha poi creato il contenuto di una intercettazione telefonica, pubblicata sul settimanale L’Espresso del 16 novembre 2006, durante la visita in carcere di un deputato nazionale, ex assessore regionale della giunta Loiero, al capogruppo regionale dei DS, Franco Pacenza;

- il preoccupante contenuto dell’intercettazione telefonica, contro il magistrato titolare dell’indagine che ha condotto all’arresto del consigliere regionale Pacenza, si è concretizzato, a distanza di pochi giorni dall’incontro in questione, con il trasferimento ingiustificato del predetto Magistrato nonché del Giudice per le Indagini Preliminari del medesimo procedimento;


- tutto quanto sopra denunziato, congiunto all’omicidio del dottore Fortugno, ha contribuito ad una palese inattività sia della Giunta che del Consiglio Regionale della Calabria, nel mentre appaiono sempre più evidenti le preoccupanti pressioni esercitate dalla criminalità organizzata nonché la necessità di individuare una programmazione per lo sviluppo del territorio ed una rivisitazione dell’intero settore della Sanità regionale

- nonostante la palese necessità di puntare sul sequestro e confisca dei patrimoni illeciti nel contrasto alla criminalità organizzata, la Regione Calabria, che pur si è dotata di una Commissione Regionale Antimafia (nella quale siedono consiglieri indagati per associazione di stampo mafioso), di un Osservatorio Antimafia e persino di un incarico di Sottosegretario alla Legalità, non è riuscita a stanziare i fondi necessari ai Comuni per gestire i beni confiscati;

- è dei giorni scorsi la notizia in base alla quale, Pantaleone Sergi, portavoce del Governatore Loiero e Sindaco del comune di Limbadi (VV), patria della famiglia Mancuso, clan tra i più potenti della ‘ndrangheta, ha dichiarato che, a causa della mancanza di fondi, rimarranno privi di utilizzo sociali due immobili confiscati proprio a quella famiglia ed assegnati a quel Comune;


- è necessario evidenziare che le indagini antimafia sull’omicidio Fortugno, dopo l’individuazione dei presunti killer e basisti, si stanno concentrando sui mandanti politici;

- negli ultimi giorni l’assegnazione della delega per la programmazione dei fondi comunitari (2007-2013) è apparsa come formale motivazione per l’apertura ufficiale della crisi regionale, culminata, nella giornata di ieri, con le dimissioni dei due assessori dell’Ulivo nella Giunta Regionale della Calabria, i diessini Nicola Adamo, anche Vice Presidente con l’incarico di coordinamento politico e marketing territoriale e le deleghe al turismo e ai beni culturali, e Doris Lo Moro, assessore alla tutela della salute;


- il Prefetto straordinario di Reggio Calabria, Luigi De Sena, proprio ieri, ha testualmente dichiarato: “La pubblica amministrazione nelle regioni meridionali e, in particolare, in Calabria è assolutamente inaffidabile”….”Non c’è un problema di infiltrazione della criminalità organizzata ma di vera e propria sostituzione”;

- l’interpellante condivide l’analisi del Prefetto De Sena ed ha ben presente come in Calabria tale fenomeno sia diffuso e paralizzante, dal piccolo Comune alla Regione;


- a tal proposito, risulta all’interpellante che per qualche tempo, si parla di anni, sia stato assunto alla Regione Calabria, nella segreteria di un Consigliere regionale, ancora in carica, l’ex sindaco di San Gregorio d’Ippona, Filippo Ruggiero, arrestato per lungo tempo nell’ambito della famosa inchiesta “Rima”, che ha visto coinvolte le cosche Mancuso -Fiarè, di cui il Ruggiero era parte organica;
- tutto quanto sopra, riportato quotidianamente dalla stampa locale e nazionale, ha avuto come conseguenza che il Presidente Loiero ha conquistato l’ultima posizione nella graduatoria di gradimento dei Presidenti di Regione; il ché testimonia in maniera in equivoca il risveglio civico della coscienza dei calabresi, ai quali occorre dare immediate risposte:

- se non ritengano doveroso, utile ed urgente avviare le procedure per lo scioglimento del Consiglio regionale della Calabria.

29/11/2006





        
  



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