Gestione sostenibile dei rifiuti nei porti
| ANCONA - La giunta approva le linee guida
La Giunta regionale ha approvato le linee guida per la gestione sostenibile dei rifiuti nei porti in attuazione del progetto europeo “W.a.p. - Waste Management in the Adriatic Ports”.
Le linee guida, predisposte con la collaborazione della provincia di Ancona, dell’Arpam, dell’Autorità portuale di Ancona, delle Capitanerie di Porto di Pesaro, Ancona, Civitanova Marche, San Benedetto del Tronto e dalla società Svim – Sviluppo Marche, sono uno strumento di lavoro per i vari soggetti interagenti nella gestione dei rifiuti portuali e, in particolare, per le Autorità Marittime e Portuali presenti nell’Adriatico.
Si tratta di un intervento fondato sul fatto che le attività portuali, oltre ad essere collegate agli aspetti economici, sociali, storici e culturali del territorio, incidono inevitabilmente sull’ambiente sia costiero che marino. Una gestione incontrollata, infatti, specie in aree fortemente abitate, può provocare pericolose ripercussioni sull’ambiente e una perdita di valore del porto stesso in contesti vulnerabili come quello del bacino adriatico.
La direttiva prevede un sistema di prescrizioni che mira a raggiungere un elevato grado di tutela attraverso regole di incentivazione – giuridiche, tecniche e finanziarie – sul conferimento agli impianti portuali, riducendo gli scarichi in mare dei rifiuti e dei residui di carico provenienti da tutti i tipi di navi, sia leciti che illeciti. Il meccanismo si attiva in ispezioni da parte dell’autorità competente nel sito portuale e, l’eventuale esito negativo, può dare luogo al divieto di lasciare il porto e al pagamento di sanzioni economiche specifiche come previsto dallo Stato membro.
E’ quindi un approccio, adottato dall’Unione Europea, per la protezione del mare da scarichi di rifiuti e residui provenienti da navi attraverso un meccanismo di regole non solo repressive ma anche incentivanti che rendono più agevole per i comandanti delle navi conferire rifiuti e residui ai porti piuttosto che scaricare in mare.
La classificazione dei rifiuti considera: i rifiuti prodotti dalle navi e i residui del carico come il petrolio in tutte le sue forme, i rifiuti oleosi, le acque nere o i rifiuti normalmente prodotti dall’equipaggio di bordo. I rifiuti genericamente prodotti nell’area portuale quali quelli indifferenziati o oggetto di raccolta differenziata. I rifiuti derivanti dalla pulizia delle aree comuni e degli specchi acquei portuali.
Le linee guida, predisposte con la collaborazione della provincia di Ancona, dell’Arpam, dell’Autorità portuale di Ancona, delle Capitanerie di Porto di Pesaro, Ancona, Civitanova Marche, San Benedetto del Tronto e dalla società Svim – Sviluppo Marche, sono uno strumento di lavoro per i vari soggetti interagenti nella gestione dei rifiuti portuali e, in particolare, per le Autorità Marittime e Portuali presenti nell’Adriatico.
Si tratta di un intervento fondato sul fatto che le attività portuali, oltre ad essere collegate agli aspetti economici, sociali, storici e culturali del territorio, incidono inevitabilmente sull’ambiente sia costiero che marino. Una gestione incontrollata, infatti, specie in aree fortemente abitate, può provocare pericolose ripercussioni sull’ambiente e una perdita di valore del porto stesso in contesti vulnerabili come quello del bacino adriatico.
La direttiva prevede un sistema di prescrizioni che mira a raggiungere un elevato grado di tutela attraverso regole di incentivazione – giuridiche, tecniche e finanziarie – sul conferimento agli impianti portuali, riducendo gli scarichi in mare dei rifiuti e dei residui di carico provenienti da tutti i tipi di navi, sia leciti che illeciti. Il meccanismo si attiva in ispezioni da parte dell’autorità competente nel sito portuale e, l’eventuale esito negativo, può dare luogo al divieto di lasciare il porto e al pagamento di sanzioni economiche specifiche come previsto dallo Stato membro.
E’ quindi un approccio, adottato dall’Unione Europea, per la protezione del mare da scarichi di rifiuti e residui provenienti da navi attraverso un meccanismo di regole non solo repressive ma anche incentivanti che rendono più agevole per i comandanti delle navi conferire rifiuti e residui ai porti piuttosto che scaricare in mare.
La classificazione dei rifiuti considera: i rifiuti prodotti dalle navi e i residui del carico come il petrolio in tutte le sue forme, i rifiuti oleosi, le acque nere o i rifiuti normalmente prodotti dall’equipaggio di bordo. I rifiuti genericamente prodotti nell’area portuale quali quelli indifferenziati o oggetto di raccolta differenziata. I rifiuti derivanti dalla pulizia delle aree comuni e degli specchi acquei portuali.
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16/11/2006
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