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L'Aquila e il Leone: un bilancio decisamente positivo

Fermo | La mostra clou dell'estate fermana, chiusa il 17 settembre, ha raccolto migliaia di visitatori; Di Ruscio: "Un laboratorio di storia dell'arte"

A pochi giorni dalla sua conclusione la mostra “L’Aquila e il Leone" sta raccogliendo commenti ed apprezzamenti più che lusinghieri. Infatti, oltre il successo dell’evento espositivo, la rassegna va annoverata tra quelle iniziative che hanno raggiunto i risultati scientifici ed artistici prefissi.

Il progetto della mostra, che analizzava e riproponeva agli studiosi il fecondissimo periodo dell’espansione e diffusione sulle coste adriatiche dell’arte veneta, aveva quale obiettivo un’ accurata ricognizione e rivisitazione del territorio (Fermo e il Fermano, Sant’Elpidio a Mare, ma non solo), riportando in mostra, contemporaneamente, lavori fondamentali di quello splendido e fecondo movimento artistico; opere raramente visibili una accanto all’altra, sia per la pregevolezza ed il valore, sia per la difficoltà dei Musei e Pinacoteche, ma anche di privati proprietari a concedere le opere. In questo senso vanno ricordate la “Madonna e SS. Andrea e Girolamo” di Lorenzo Lotto proveniente da Roma, eccezionalmente concessa, e la “Madonna con bambino” di Vittore Crivelli, proveniente da Zagabria.

Il catalogo, editato da Marsilio, per la cura di Stefano Papetti e che ha avuto un notevole successo di vendite, potrà avere una vivace risposta dalle librerie, per l'attento lavoro di ricerca, che offre ad esperti e studiosi alcune inedite risposte a quesiti ed incertezze su specifici temi, aprendo spazi inesplorati, indagando su artisti di grande rilievo quali i Vivarini.

“A definire questa mostra un laboratorio per la storia dell’arte - dichiara il sindaco di Fermo Saturnino Di Ruscio, sono stati anche i risultati sorprendenti di alcuni restauri svoltisi nell’ambito della rassegna. Questo ci ha consentito di aver l’attenzione della stampa nazionale più qualificata e il coinvolgimento e l’interesse degli enti e delle istituzione, ma anche dei tecnici, che sono preposti alla salvaguardia e alla valorizzazione dei beni culturali. Fermo intende così riconfermare il suo ruolo rilevante a livello regionale e nazionale proprio in questo specifico settore”.

Tra i restauri, da ricordare: la tavola Sacra Conversazione, Madonna col Bambino fra i Santi Giovanni Battista e Maria Maddalena, bottega di Giovanni Bellini; la ricomposizione del polittico di Antonio e Bartolomeo Vivarini, con le due tavole di Santa Caterina d’Alessandria e Santa Lucia, e le altre due rispettivamente di San Pietro e San Nicola da Bari. Oltre a ciò sabato 23 settembre è stato riaperto a Sant’Elpidio a Mare l’ Oratorio delle Madonna dei Lumi con l’inaugurazione dell’Altare della Sacra Spina, un complesso monumentale poco noto ma rilevantissimo, risalente alla seconda metà del 1.300, posto all’interno della piccola Chiesa di Santa Maria dei Lumi.

Dopo il ritrovamento di alcuni antichi disegni custoditi nell’archivio comunale, è stato possibile ricomporre le tre parti dell’antico monumento gotico, in origine assai più complesso e ricco di fregi, parti che vengono ricollocate nel piccolo oratorio, anche questo recuperato e risistemato. Il rilevante impegno dell’Amministrazione Comunale di protrarre la mostra da marzo fino a settembre, per rivolgersi anche al pubblico turistico è stata premiata da una costante presenza di visitatori ad una media giornaliera di 150-200 presenze; a questi andranno aggiunti quei visitatori organizzati per gruppi specifici e alcune tipologie di arrivi turistici, alcune associazioni culturali ed artistiche, scuole con attività di laboratori didattici, ecc..

Conferma anche per i servizi di accoglienza, visite guidate, informazioni, rapporti con le scuole, ecc. Da non dimenticare le aperture serali e in notturna, che hanno ottenuto grande risposta. Fermo è stata la prima città delle Marche ad adottare in modo continuativo le aperture serali. Di grande attrattiva l’allestimento, che riproduceva l’attracco dei navigli lagunari, a cura dell’arch. Roberto Bua, che immergeva le 50 opere in un profondo blu.

28/09/2006





        
  



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