E' rientrata dallAlbania la spedizione di archeologi maceratesi
| MACERATA - Loperazione sul campo, finanziata anche dal Ministero degli Esteri italiano, è stata affiancata dal progetto Tau per la regia di Luciano Colavero.

da sinistra Caporalini, Favia, Salvucci e Perna
E’ rientrata a Macerata la “spedizione” di archeologi impegnata, dal 13 luglio scorso, in una campagna di scavi nella città romana di Hadrianopolis, in Albania, a pochi chilometri dal Comune di Sofratike. L’operazione sul campo, finanziata anche dal Ministero degli Esteri italiano, è stata affiancata dal progetto “Tau” (Teatri antichi uniti) sostenuto – fra gli altri – da Regione Marche, Amat, Provincia di Macerata e Comune di Urbisaglia. Nel teatro romano di Hadrianopolis, già recuperato e fruibile dal pubblico, è stata rappresentata infatti la tragedia di Euripide, “Baccanti”: quello stesso lavoro andato in scena nei giorni scorsi al teatro antico di Urbisaglia (poi a Falerone), per la regia di Luciano Colavero. Alla serata, presenti circa 300 spettatori, hanno partecipato anche il vice presidente del Consiglio regionale delle Marche, David Favia, il vice presidente della Provincia di Macerata, Donato Caporalini, l’assessore alla Cultura del Comune di Urbisaglia, Giovanna Salvucci, e in rappresentanza dell’ambasciata italiana a Tirana, Adriano Ciani, addetto alla Cooperazione universitaria scientifica e tecnologica.
Questo gemellaggio artistico internazionale, nato sotto l’egida del “Tau”, rientrava – appunto – nell’ambito di un più ampio programma di cooperazione “transfrontaliera” che si propone, da un lato, di ampliare il sito archeologico dell’antica Hadrianopolis e, dall’altro, di valorizzare l’area sia per l’importanza storico-culturale sia per lo sviluppo turistico del territorio attraverso la creazione di un Parco archeologico simile a quello di Urbs Salvia. Rappresentare le “Baccanti” ad Hadrianopolis non è stato però solo un “evento-spot”. La missione di archeologi – composta da un gruppo maceratese diretto dal prof. Gianfranco Paci dell’università di Macerata e da un’équipe albanese coordinata dal prof. Apollon Bace, direttore dell’Istituto nazionale dei monumenti di cultura – ha ottenuto infatti buoni risultati.
Spiega l’archeologo Roberto Perna, responsabile della delegazione maceratese: “I nostri lavori si sono concentrati nell’area pubblica di fronte al teatro, dove abbiamo riportato alla luce, per la prima volta, strutture romane e bizantine. In particolare, siamo riusciti a individuare un edificio forse pubblico di età imperiale. Possiamo considerarlo un ritrovamento di rilievo che conferma l’importanza di proseguire negli scavi per recuperare altra parte di quest’area archeologica”.
Questo gemellaggio artistico internazionale, nato sotto l’egida del “Tau”, rientrava – appunto – nell’ambito di un più ampio programma di cooperazione “transfrontaliera” che si propone, da un lato, di ampliare il sito archeologico dell’antica Hadrianopolis e, dall’altro, di valorizzare l’area sia per l’importanza storico-culturale sia per lo sviluppo turistico del territorio attraverso la creazione di un Parco archeologico simile a quello di Urbs Salvia. Rappresentare le “Baccanti” ad Hadrianopolis non è stato però solo un “evento-spot”. La missione di archeologi – composta da un gruppo maceratese diretto dal prof. Gianfranco Paci dell’università di Macerata e da un’équipe albanese coordinata dal prof. Apollon Bace, direttore dell’Istituto nazionale dei monumenti di cultura – ha ottenuto infatti buoni risultati.
Spiega l’archeologo Roberto Perna, responsabile della delegazione maceratese: “I nostri lavori si sono concentrati nell’area pubblica di fronte al teatro, dove abbiamo riportato alla luce, per la prima volta, strutture romane e bizantine. In particolare, siamo riusciti a individuare un edificio forse pubblico di età imperiale. Possiamo considerarlo un ritrovamento di rilievo che conferma l’importanza di proseguire negli scavi per recuperare altra parte di quest’area archeologica”.
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09/08/2006
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