SantEmidio: la festa della speranza
Ascoli Piceno | Il messaggio del parroco della Cattedrale agli ascolani in occasione della festività dedicata al Santo Patrono.
di Baldassare Riccitelli*
Ascoli è in festa. Per sant’Emidio, la cittadinanza entra in un fantastico sogno. Si attesta in un dovizioso ed ampio “programma” di manifestazioni ludiche, di rievocazioni storiche-folcloristiche. Anche la solenne e superba giostra della Quintana è in onore del Patrono. Inutile nasconderlo. Negli annali della storia di Ascoli, Sant’Emidio è fondamentale evento di pace, di gioia, di serenità. E’ alla radice dell’ascolanità, della libertà comunale; il punto di riferimento della tradizione culturale, religiosa, sociale e civile.
Da alcuni giorni, sulla torre campanaria delal Cattedrale sventolano, ai punti cardinali, le bandierine rosse, pronte ad annunciare la riconciliazione tra i cittadini. Storicamente, erano il segno del ritorno di quei cittadini, che, per delitti commessi, erano stati espulsi dalla città turrita. Sant’Emidio allora, come oggi, è il segno di pace e di speranza.
E’ un sogno?! Nel nostro tempo, in un ambiente di indifferenza, di non conoscenza e di incredulità, dove la regola è la competitività, il superare l'altro, e, se possibile, ingannarlo, anzi schiacciarlo, Sant’ Emidio, può trasmette il messaggio evangelico della pace, della fraternità. Il programma religioso si attesta su un tema quanto mai esplicito: come sant’Emidio, il primo martire, dobbiamo essere testimoni di Gesù Risorto, sorgente di speranza.
Davanti alla testimonianza del Patrono martire, non si può giusti¬ficare la costante fragilità di cristiani: “santi in chiesa e diavoli a casa”. L’augurio è una provocazione: "smettere" di essere cristiani solo di nome, ma cristiani visibili nelle opere. Di amore.
* parroco della Cattedrale.
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04/08/2006
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