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Bologna celebra il cinema ritrovato

| Si è conclusa la XX edizione del Festival organizzato dalla Cineteca di Bologna.

di Rossella Rinaldi


Ha tagliato con successo il 20° traguardo il Festival “Il cinema ritrovato”, organizzato dalla Cineteca di Bologna: l’attiva istituzione, che dipende dal Comune del capoluogo romagnolo, ha presentato per il suo primo ventennale un’edizione particolarmente ricca di eventi e di retrospettive.
Le proiezioni hanno avuto luogo nella nuova sede della Cineteca, il Cinema Lumière, presso il Cinema Arlecchino e presso il Teatro Comunale, mentre le proiezioni serali (quando non impedite dalla pioggia) hanno avuto luogo nella splendida cornice della Piazza Maggiore.

“Il cinema ritrovato”, diretto dal finlandese Peter von Bagh, è una rassegna dedicata alla riscoperta di grandi capolavori e di grandi autori del passato, spesso dimenticati: una grande attenzione è riservata ai film muti, che vengono riproposti con l’accompagnamento in sala di musica dal vivo.

Un Festival per cinefili, quindi, ma anche un raduno internazionale dei maggiori festival e cineteche mondiali (erano presenti rappresentanti americani, inglesi, tedeschi, giapponesi…), dove si respira un’aria davvero cosmopolita, rara in una manifestazione italiana.

Il programma prevedeva una serie di tavole rotonde e incontri, ma soprattutto proiezioni. Nella sezione Ritrovati & Restaurati sono stati presentati film provenienti da Cineteche di tutto il mondo: Erotikon di Mauritz Stiller (1920), Lady Windermere’s Fan di Ernst Lubitch (1925), Meet Me in St. Luis di Vincente Mannelli (1944), Vanina Vanini di Roberto Rossellini (1961), Banditi ad Orgosolo di Vittorio De Seta (1961), di cui sono stati proiettati anche i documentari, Professione: Reporter di Michelangelo Antonioni (1975).

Inoltre hanno avuto luogo retrospettive dedicate a William S. Hart, il pioniere del genere wester americano degli anni ‘10, a Sarah Bernhardt, la più grande attrice teatrale francese dell’800, che interpretò molti film muti, a Germaine Dulac, femminista, antesignana dell’avanguardia francese degli anni ‘20 e ‘30, a Loie Fuller, la ballerina che divenne la musa della Belle Epoque, ai film che misero in scena la Guerra Fredda (anni ’50, ’60, ‘70), al grande Vincente Minnelli (Qualcuno verrà, A casa dopo l’uragano..)

Ma ricordiamo ancora un’ampia retrospettiva, composta da 11 film, di Alberto Lattuada, “Ritratto di un artista eclettico”, dedicata all’artista scomparso l’ano scorso e fortemente voluta dalla moglie Carla del Poggio: le proiezioni sono state accompagnate da una mostra fotografica curata da Piera Detassis, dal titolo “Gli Italiani si voltano: la bellezza secondo Lattuada”.

Un capitolo a parte meritano i film del Progetto Chaplin: una serie di restauri realizzati da vari anni in collaborazione con gli eredi del grande regista dal laboratorio annesso alla Cineteca L’Immagine Ritrovata, diretto dall’infaticabile Davide Pozzi. Conclusione in bellezza peraltro con uno dei film restaurati nell’ambito del Progetto Chaplin, Un re a New York, appena restaurato.

17/07/2006





        
  



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