Referendum: le ragioni di Forza Italia e dell'On. La Loggia
Fermo | L'incontro l'altra sera al Royal di Lido di Fermo: "Un sì per non bloccare la spinta riformista del Paese e non cedere ai conservatori"
Da oltre un quarto di secolo si cerca di cambiare e ammodernare la vecchia costituzione del ’48, per adeguarla alle mutate esigenze della società. Dalla Commissione Bozzi a quella De Mita, Jotti e D’Alema sono ben sette le legislature gettate al vento con inconcludenti discussioni. Tutte le forze politiche, in primo luogo quelle che oggi dicono no al referendum, hanno tentato inutilmente di cambiare la seconda parte della Costituzione, quella relativa alla organizzazione e al funzionamento delle Istituzioni.
Con queste premesse si è presentato l’On. Enrico La Loggia ad un incontro pubblico che si è tenuto ieri sera presso la sala congressi dell’Hotel Royal organizzata dal coordinamento comunale di Forza Italia sul “Perché votare SI’ al referendum del 25/26 giugno”. A fare gli onori di casa il Coordinatore regionale di Forza Italia On. Remigio Ceroni, l’On Francesco Zama e il Sindaco di Fermo Saturnino Di Ruscio.
“Dobbiamo arrivare al 2001 – ha affermato La Loggia - per promulgare la devoluzione realizzata dal solo centrosinistra con la modifica del titolo V della Costituzione (che riguarda le competenze di Regioni, Province e Comuni). Una modifica peggiorativa che ha aumentato i costi e l’inefficienza delle istituzioni, ha accresciuto conflitti tra Stato, Regioni ed Enti locali, creando un federalismo rissoso e confuso (oltre 400 infatti le questioni che deve dirimere la Corte Costituzionali per effetto dell’entrata in vigore della normativa del 2001). Essa ha addirittura soppresso dalla costituzione il principio della tutela dell’interesse nazionale e ha sottratto allo Stato materie come l’energia e le grandi infrastrutture, attribuendole alla competenza concorrente delle regioni, con il rischio di paralisi in settori vitali per lo sviluppo del paese. Per queste ragioni il centro destra ha proposto una riforma organica della parte seconda della Costituzione, delineando un insieme coerente di modificazioni, tra cui la correzione della modifica del 2001, la forma di governo, la riduzione di 175 parlamentari, un nuovo tipo di federalismo. Se prevarranno i no - ha concluso l’On. La Loggia - la riforma sarà respinta. In tal caso la spinta conservatrice sarà fortissima e probabilmente rimarrà immutata la vecchia Carta Costituzionale, non più adeguata ad affrontare le sfide che i tempi ci impongono, insieme alla pessima modifica del 2001. Se prevarranno i sì, la riforma sarà approvata e ci sarà anche tempo e modo per migliorarne alcuni aspetti tecnici, in quanto l’entrata in vigore sarà graduale”.
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21/06/2006
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Betto Liberati