Gli operatori balneari e gli aumenti dei canoni del 300%
| La posizione dell'associazione "Imprenditori turistici balneari Italia".
Il turismo costituisce una delle maggiori entrate del Paese e uno dei più importanti settori in fatto di occupazione e reddito, per cui deve essere attentamente seguito l'evolversi dei problemi , anche nella
considerazione che l'economia del turismo, in tutti i suoi diversi settori, è fondamentale per l'Italia.
Da queste premesse il Presidente dell'Associazione Imprenditori Turistici Balneari Italia - aderente a Federturismo Confindustria - Giuseppe Ricci invita a fare chiarezza sulla vicenda che vede - da troppo tempo - protagonisti , loro malgrado , gli operatori balneari alle prese con l'aumento dei canoni demaniali del 300%.
Ricci è immediato nell'affermare " attendiamo fiduciosi la nomina del nuovo Governo, ci rivolgeremo loro per iniziare immediatamente a lavorare e risolvere, definitivamente, una questione che si trascina, ormai, da più di 2 anni e che continua a creare gravi danni e forti incertezze agli operatori del settore ed all'intero turismo italiano".
Secondo Ricci il 300% è " un'enormità, se riferita alla situazione economica delle aziende che operano nel settore turistico- balneare, già provate da sfavorevoli andamenti delle ultime stagioni ".
La posizione dell'Associazione nazionale imprenditori turistici balneari Italia è netta : " prima di parlare di aumenti il Governo deve intervenire sulla piena applicazione della normativa vigente , mi riferisco alla 494 ed al decreto legislativo 342" .
Risulta infatti che la normativa dettata da tali fondamentali provvedimenti è ancora scarsamente tenuta a riferimento quando invece da una esatta applicazione potrebbe derivare un vantaggio di carattere economico per lo Stato ed anche per le regioni senza andare a gravare ulteriormente sugli
operatori balneari .
Dunque la posizione di ITBITALIA è che le Regioni devono rapidamente attuare la classificazione delle aree demaniali , fissare canoni distinti a seconda delle tipologie reali . Infatti su 8000 km . di coste non tutte le spiagge sono uguali , così gli stabilimenti che si differenziano sia nel livello dell'offerta che delle tariffe applicate.
Inoltre sulle coste italiane rilevante è il fenomeno dell'abusivismo nelle concessioni : un controllo costante sulle evasioni , totali o parziali , potrebbe far incassare - senza alcun traumatico aumento - quei 140 milioni di euro che lo Stato ha indicato come necessità effettiva di cassa .
Dunque gli imprenditori turistici balneari dimostrano di essere pronti ad accettare aumenti adeguati alla realtà ma sarà opportuno che le somme incassate servano anche alle Regioni per interventi irati alla salvaguardia delle coste ed al ripascimento degli arenili .
In sintesi tutto quanto utile per far si che imprenditori ed Istituzioni possano collaborare ed operare per dare autentiche certezze alle imprese e ad un comparto rilevante del turismo balneare.
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08/05/2006
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