Infortuni sul lavoro al femminile
Ascoli Piceno | Il dato è preoccupante. Gli infortuni non diminuiscono nonostante la prevenzione.
Ancora troppi gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali tra le donne lavoratrici. Un numero che non accenna a diminuire nonostante l’opera di prevenzione che fin dalle scuole è stata attivata da qualche anno a questa parte.
A diffondere il dato, non ancora ufficiale ma in ogni caso allarmante, l’Anmil (Associazione mutilati e invalidi del lavoro) e l’Inail in occasione delle festa della donna.
«A livello nazionale – ricorda Alfredo Barbizzi, presidente provinciale dell’Anmil – ogni 3-4 giorni una donna muore sul lavoro, e 17 lavoratrici al giorno rimangono gravemente ferite. Secondo l’ultimo dato ufficiale disponibile, aggiornato all’ottobre 2005, gli infortuni sul lavoro riconosciuti ed indennizzati dall’Inail come tali sono stati, nel corso del 2004, 96 casi di donne che hanno perso la vita e 6.165 di grave inabilità permanente».
Un totale di 152.504 casi di infortunio femminile sul lavoro indennizzati dall’Inail in tutto il 2004: ben 418 al giorno.
Ma cosa vuol dire infortunio sul lavoro per una donna lavoratrice? A spiegarcelo Maria Luisa Vittori, presidente della commissione provinciale alle pari opportunità e Mariangela Antognozzi, assistenste sociale dell’Inail ad Ascoli. «L’infortunio sul lavoro pesa più sulla donna che sull’uomo – spiega la dott.sa Vittori – Infatti la prima ha spesso sulle spalle anche l’andamento della famiglia che viene gravemente compromesso se l’infortunio è di una certa entità».
E poi subentra il vissuto femminile. «Paradossalmente – continua la dott.sa Antognozzi – reagiscono meglio le donne che a causa dell’infortunio diventano paraplegiche rispetto a quelle che subiscono un’amputazione o rimangono in qualche modo sfigurate. In questi casi infatti la reazione è la chiusura in se stesse, l’arretramento in campo sociale e lavorativo, mentre tra chi è condannato alla sedia a rotelle prevale un atteggiamento aggressivo e di rabbia, di volontà di essere integrati nella società».
Altro fenomeno molto grave quello del mobbing, di cui le donne sempre più spesso sono vittime silenziose.
Da qui la richiesta forte, al legislatore, di una previdenza pensata in particolare per le donne lavoratrici, che tenga presenta la particolarità della loro condizione.
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07/03/2006
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Betto Liberati