Letta: 100 voti in più per Mario Cavallaro
| MACERATA - Cavallaro ha ricordato che le Marche hanno bisogno di una forte rappresentanza nel nuovo Parlamento per risolvere i problemi che ancora gravano sulla regione.

Merloni, Letta e Cavallaro
Sono stati i temi dell’economia a tenere banco nell’incontro organizzato dalla Margherita nella sala convegni dell’Hotel Claudiani di Macerata, gremita fino all’inverosimile di autorità, con in testa il sindaco Giorgio Meschini e il presidente della Provincia Giulio Silenzi, e di semplici cittadini. Incisivo l’intervento del senatore Mario Cavallaro, candidato per la Margherita al Senato, che attende una riconferma da parte di un elettorato che ha molto apprezzato la sua attività di parlamentare nella passata legislatura.
Polemica nei confronti del governo Berlusconi Maria Paola Merloni, candidata dell’Ulivo alla Camera, la quale ha avuto espressioni di viva simpatia e di elogio nei confronti di Cavallaro per il lavoro svolto in favore delle Marche e per la sua grande disponibilità, per cui ha auspicato una sua riconferma al Senato. Ma la Merloni ha soprattutto sottolineato la necessità di andare incontro alla media e piccola industria per poter superare le attuali difficoltà, che purtroppo non sono state affrontate in tempo, per cui l’abbattimento fiscale di cinque punti può risultare determinante per la ripresa della nostra economia.
Ancora più esplicito a sostegno della candidatura Cavallaro è stato l’on. Enrico Letta, responsabile economico della Margherita, il quale, ribadito che l’attuale sistema elettorale è il più deleterio che si potesse escogitare, ha sostenuto che anche soltanto cento voti in più a favore di Cavallaro possono determinare la sua rielezione al Senato. Ma si è detto anche convinto che l’apporto di Cavallaro nella nuova legislatura può essere determinante, perché i problemi delle Marche vengano affrontati con la necessaria energia.
Letta non ha mancato di criticare il governo Berlusconi e le sortite del presidente del Consiglio che tendono a spaccare le componenti sociali del Paese anziché cercare di trovare un’intesa per risollevare le sorti dell’economia che è a crescita zero. “Se non riparte l’economia - ha detto Letta - non si va da nessuna parte, non si possono attuare le riforme di cui il nostro Paese ha bisogno per essere alla pari delle altre nazioni europee che come noi hanno avuto l’euro e l’invasione dei prodotti cinesi ma hanno saputo reagire per tempo sostenendo le proprie attività industriali, magari indebitandosi come gli Stati Uniti. Noi invece ci siamo indebitati ma l’economia è rimasta a crescita zero”.
Polemica nei confronti del governo Berlusconi Maria Paola Merloni, candidata dell’Ulivo alla Camera, la quale ha avuto espressioni di viva simpatia e di elogio nei confronti di Cavallaro per il lavoro svolto in favore delle Marche e per la sua grande disponibilità, per cui ha auspicato una sua riconferma al Senato. Ma la Merloni ha soprattutto sottolineato la necessità di andare incontro alla media e piccola industria per poter superare le attuali difficoltà, che purtroppo non sono state affrontate in tempo, per cui l’abbattimento fiscale di cinque punti può risultare determinante per la ripresa della nostra economia.
Ancora più esplicito a sostegno della candidatura Cavallaro è stato l’on. Enrico Letta, responsabile economico della Margherita, il quale, ribadito che l’attuale sistema elettorale è il più deleterio che si potesse escogitare, ha sostenuto che anche soltanto cento voti in più a favore di Cavallaro possono determinare la sua rielezione al Senato. Ma si è detto anche convinto che l’apporto di Cavallaro nella nuova legislatura può essere determinante, perché i problemi delle Marche vengano affrontati con la necessaria energia.
Letta non ha mancato di criticare il governo Berlusconi e le sortite del presidente del Consiglio che tendono a spaccare le componenti sociali del Paese anziché cercare di trovare un’intesa per risollevare le sorti dell’economia che è a crescita zero. “Se non riparte l’economia - ha detto Letta - non si va da nessuna parte, non si possono attuare le riforme di cui il nostro Paese ha bisogno per essere alla pari delle altre nazioni europee che come noi hanno avuto l’euro e l’invasione dei prodotti cinesi ma hanno saputo reagire per tempo sostenendo le proprie attività industriali, magari indebitandosi come gli Stati Uniti. Noi invece ci siamo indebitati ma l’economia è rimasta a crescita zero”.
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22/03/2006
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