Per celebrare il Giorno della memoria è convocato il Consiglio Comunale dei ragazzi
Porto Sant'Elpidio | Il sindaco Andrenacci: "Il giorno della memoria rappresenta una grande conquista democratica ed un monito a non dimenticare lo sterminio e la persecuzione del popolo ebraico"
L’istituzione del “giorno della memoria” è giunta al sesto anno e in molte città del territorio si terranno Consigli Comunali aperti.
“Il giorno della memoria – ha dichiarato il sindaco Mario Andrenacci – rappresenta una grande conquista democratica ed un monito a non dimenticare lo sterminio e la persecuzione del popolo ebraico. Anche quest’anno le celebrazioni avranno come protagonisti i bambini e le bambine della nostra città, mediante la convocazione del Consiglio Comunale dei ragazzi, presso la Casa del Volontariato ( 27 gennaio ore 10.30 ). In un’epoca come la nostra, dove troppo spesso predomina la cultura – usa e getta – e la banalità sembra farla da padrona nei grandi mezzi di comunicazione, credo sia importante svolgere un lavoro critico di salvaguardia della memoria storica e, il lavoro intrapreso dall’animatore teatrale del Comune Ermanno Pacini con le scuole elementari della città va in questa direzione”.
“Il Laboratorio di poesia – ha dichiarato l’Assessore alla Cultura Renzo Franchellucci – che rientra nelle attività di animazione in collaborazione tra Comune e Scuole, ha affrontato e sviluppato una riflessione sui temi dell’olocausto: perché possono accadere cose così aberranti; perché nel cuore dell’uomo può albergare l’orrore; perché l’orrore continua ( le guerre; i bambini soldato; i bambini invisibili..). I ragazzi delle classi V dei Plessi “De Amicis” di Marina Picena , “Mercantini” di Cretarola e “G. Rodari” della Faleriense, declameranno le loro riflessioni poetiche sull’Olocausto”.
“Ho la speranza – ha concluso il Sindaco Mario Andrenacci – che possa essere contraddetta dalla realtà, a partire dal lavoro dei ragazzi di Porto Sant’Elpidio, una drammatica affermazione di uno dei più grandi filosofi del novecento, Theodor Adorno, il quale sosteneva che dopo Auschwitz non è più possibile fare poesia. Purtroppo il riaccadere nella storia dei genocidi ci costringe a misurarci con la necessità di conoscere il male e non relegarlo (o esorcizzarlo) a semplice irruzione dell’irrazionale nel mondo contemporaneo, come è stato fatto con il nazismo. In questo senso il lavoro svolto nelle nostre scuole è prezioso ed insostituibile, indica un percorso da proseguire perché la parola poetica e l’azione teatrale aiutino la costruzione dell’identità personale delle generazioni future. Per non dimenticare e per costruire una società fondata sull’umanesimo, la giustizia, il rifiuto della guerra e dello sterminio come mezzi per la risoluzione delle controversie tra gli uomini, come recita l’articolo 11 della nostra Costituzione, che non a caso, nasce dalla resistenza al nazismo ed al fascismo”.
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24/01/2006
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Betto Liberati