Lancio un allarme nella speranza di far riflettere soggetti istituzionali e non.
In linea generale condivido i limiti di età nel mercato del lavoro privato ma essi sono accettabili solo se i tempi sono quelli in cui il mercato garantisce livelli di assorbimento “normali”.

In questo caso è giusto per una Banca o un Imprenditore pensare che un laureato che abbia raggiunto 30 – 32 anni non sia il massimo della idoneità.
Ma quella di oggi è forse una situazione normale?

I giovani laureati del settore giuridico - commerciale - bancario arrivano spesso a 33 – 35 anni per trovare una soluzione di lavoro e pertanto non conta che si siano laureati a 24 e 25 anni.
A nessuno sfugge che negli ultimi 5 – 6 anni le Banche hanno praticamente bloccato le assunzioni, la pubblica amministrazione ha bloccato i concorsi e le imprese hanno tirato la cinghia sulle nuove assunzioni specialmente di laureati.

Oggi accade in maniera troppo frequente che gli Istituti di Credito fissino il limite di 26 – 27 – 28 anni per le assunzioni di laureati di scienze bancarie.
Che cosa accade per tutti quelli che oggi hanno 29 – 30 – 31 anni laureatesi a pieni voti 5 – 6 anni fa e trovatesi nella impossibilità di avere anche una minima selezione?

La stessa cosa avviene negli avvisi di ricerca di personale di molte imprese del territorio.
E poi l’ultima trovata è quella di Poste Italiane che stipulando una convenzione nazionale con il Ministero della Pubblica Istruzione preferisce assumere giovani appena diplomati a 19 – 20 anni anche tale procedura sarebbe apprezzabile in tempi normali ma non adesso:
cosa possono sperare quei giovani tra i 20 e 30 anni che non stanno avendo nessuna possibilità di lavoro?

Per tali motivi chiedo più elasticità e più disponibilità agli Istituti di Credito agli Imprenditori e a tutti i soggetti che possono facilitare la ripresa delle assunzioni e all’Università di Macerata prima interessata per quanto riguarda i laureati in Scienze Bancarie in particolare chiedo di svolgere un azione forte per far presente in modo determinato che i propri laureati sono utili e da valutare anche se abbiano superato i 27 – 28 anni.

Agli imprenditori privati dico che se le istituzioni a cominciare dal governo e dal parlamento hanno dimostrato di credere su norme che garantiscono più flessibilità ed elasticità adesso anch’essi devono dimostrare altrettanta elasticità puntando di meno sui limiti di età e di più sulla verifica delle reali capacità dei giovani.

Anche questo è un modo per dimostrare e credere di più sulla competitività e sui meriti reali della persona.