Il Ministero degli Interni ha consentito a tutti i Comuni con meno di 5000 abitanti la possibilità di far ricoprire ruoli in commissione edilizia, anche ai rappresentanti politici, a condizione che il Comune stesso predisponga norme che nominino un componente della Giunta responsabile dell’ufficio tecnico.

Il parere, che fa emergere il problema dalle crescenti pressioni politiche nelle commissioni edilizie, è stato espresso in risposta ad un’interrogazione dell’Unione nazionale italiana tecnici enti comunali.

La legge 127/1997 (Bassanini) e successivamente Testo unico sugli Enti locali (DLgs. 267/2000) stabiliscono la separazione tra le funzioni politico-amministrative, proprie dei politici, e le funzioni di gestione, proprie dei dirigenti. Di conseguenza non è consentita la presenza dei politici nelle commissioni edilizie.

Tuttavia, per i piccoli comuni è difficile rispettare questa norma perché la legge 191/1998 prevede la corresponsione ai responsabili d’area di indennità insostenibili per i bilanci comunali.

Per far fronte a questo problema e per contenere le spese, la Finanziaria 2001 (L. 388/2000) ha consentito ai Comuni fino 5 mila abitanti di non rispettare il principio della separazione delle funzioni.