Bische clandestine mascherate da circoli culturali
Ascoli Piceno | La scoperta della squadra mobile di Ancona, in collaborazione con Ascoli e Fermo, province dove sono state trovate e smantellate le bische.
Quattro bische clandestine, in cui si praticava il gioco d'azzardo e mascherate da circoli culturali, sono state scoperte e smantellate dagli agenti della sezione criminalità organizzata della squadra mobile di Ancona in collaborazione con i colleghi di Ascoli Piceno e di Teramo. Le bische, infatti, si trovavano in queste due ultime province. Il blitz e' stato reso possibile dopo che i poliziotti di Ancona, nell'avvicinare un giovane imprenditore, lo hanno convinto a denunciare i propri estortori ed usurai che lo avevano portato a dilapidare, nell'arco di due anni, l'intero patrimonio familiare ammontante a oltre due milioni di euro.
Partendo, quindi, da questa denuncia gli investigatori hanno iniziato, assieme a quelli di Ascoli Piceno e di Teramo, una mirata attività di indagine che ha portato a smascherare l'illecita e fruttuosa attività delle quattro bische clandestine, organizzate come dei veri e propri inattaccabili fortini. Nonostante le sofisticate misure anti-intrusione adottate per consentire di svolgere in tranquillità il gioco d'azzardo, gli uomini della polizia sono riusciti ugualmente a sorprendere in flagranza di reato decine di giocatori, sequestrando vario materiale.
Tre sono stati i locali che ospitavano le bische ad essere stati posti sotto sequestro con provvedimenti dei gip dei tribunali di Ascoli Piceno e di Fermo, mentre le persone denunciate dovranno rispondere, a vario titolo, di reati che vanno dalla partecipazione e dall'organizzazione del gioco d'azzardo a quelli di usura, estorsione e ricettazione. Le Marche non sono nuove a fenomeni di questo tipo in quanto sono numerosi, specie lungo la fascia costiera, gli imprenditori che rimangono intrappolati nel gioco d'azzardo e che, come l'indagine investigativa ha evidenziato, spesso le ingenti somme perse al gioco sono state l'inizio di un "vortice" che ha portato il giocatore tra le braccia degli usurai e degli estortori.
E con tale vicenda torna nel Fermano l'allarme per un'antica piaga: quella dell'usura controllata dalla criminalità organizzata. Diverse, negli anni novanta e all'inizio del duemila, le operazioni delle forze dell'ordine, coordinate dalla procura che più volte si era imbattuta in infiltrazioni mafiose dal Meridione a controllare le bische sul litorale fermano-sangiorgese ed elpidiense: la stessa fascia dove sono maturate le nuove scoperte, con contestuali chiusure, di locali dove si praticava il gioco d'azzardo. Da ambienti investigativi, giunge la conferma che l'attenzione torna prioritaria, e che le indagini si concentrano anche in questa direzione
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19/11/2005
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Betto Liberati