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Diminuiscono gli infortuni sul lavoro nelle Marche ma i dati sono drammatici

| ANCONA - nel corso del 2004 è stata Ancona con 12.181 casi, a seguire Pesaro (9.564), Ascoli Piceno (7.286) e Macerata (6.730). La tabella con i dati di dettaglio.

Nelle Marche sono stati complessivamente 35.761 gli infortuni denunciati all’Inail nel corso del 2004. La sicurezza sul lavoro resta dunque un tema aperto e allarmante nonostante si sia verificata una leggera tendenza alla flessione del fenomeno infortunistico rispetto all’anno 2003.
 
Secondo le elaborazioni dell’Eurispes Marche su dati Inail, infatti, lo scorso anno gli infortuni hanno subito un decremento di 1.852 casi rispetto all’anno 2003 che, a sua volta, ha registrato una diminuzione di oltre 1.200 infortuni rispetto al 2002.
 
In base alla disaggregazione provinciale la città più “infortunata” nel corso del 2004 è stata Ancona con 12.181 casi, a seguire Pesaro (9.564),  Ascoli Piceno (7.286) e Macerata (6.730).
 
L’incidenza più alta di tale fenomeno è stata registrata nel settore dell’industria e dei servizi. Si sono infatti verificati 31.229 casi di lavoratori infortunati di cui dieci sono state vittime di infortunio mortale. Particolarmente grave, nel medesimo settore, la casistica riguardante gli extracomunitari. Sono stati complessivamente 5.231 i lavoratori stranieri che hanno subito incidenti sul lavoro e, di questi, i casi di cosiddetta “morte bianca” sono stati sei.
 
Più contenuto ma comunque preoccupante l’andamento degli infortuni che riguarda i parasubordinati e i lavoratori atipici per i quali, nel settore dell’industria e dei servizi, sono stati registrati rispettivamente 304 e 465 casi di incidenti sul posto di lavoro. In questo caso a detenere il triste primato è ancora la città di Ancona con 115 casi di infortunio subiti da parasubordinati e 240 da lavoratori interinali, a seguire Pesaro, rispettivamente con 109 e 81 casi, Ascoli con 49 e 80 e Macerata con 31 e 64.
 
In generale, le attività a più alto rischio di infortunio sono quelle della metallurgia, della trasformazione, del legno e delle costruzioni, mentre le attività meno rischiose risultano quelle dell'intermediazione finanziaria e dell'istruzione. Gli infortuni mortali sono nettamente più frequenti nella estrazione minerali, nei trasporti e nelle costruzioni.
 
“Le recenti normative – ha spiegato Camillo Di Monte, presidente dell’Eurispes Marche - hanno imposto alle imprese un’attività costante di formazione e informazione ai dipendenti sui rischi che corrono all’interno delle aziende, tali attività, unitamente alla funzione ispettiva svolta dalle autorità competenti, hanno comportato, nel corso degli anni, una diminuzione degli infortuni sul lavoro ma i numeri che fotografano la realtà marchigiana sono comunque preoccupanti.
 
Sul fronte della normativa in materia di sicurezza sul lavoro, soltanto nel 1994, con grave ritardo sugli altri paesi dell'Unione Europea, l'Italia ha recepito le direttive in materia di sicurezza sul lavoro, sulle quali si è riscontrata la forte opposizione dei datori di lavoro che le ritenevano eccessivamente onerose. In effetti, l'attuale normativa, complessivamente soddisfacente per la sicurezza dei dipendenti, si scontra con una realtà in cui, nonostante le continue proroghe, viene sostanzialmente inapplicata”.

08/10/2005





        
  



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