Il gruppo di ottica e informazione quantistica di Unicam collabora con i premi nobel per la Fisica
| CAMERINO L'assegnazione del premio Nobel di quest'anno rappresenta un significativo riconoscimento per il campo dell'Ottica Quantistica, che studia e cerca di sfruttare le proprietà più nascoste della luce.
Lo scorso 4 ottobre è stato assegnato il premio Nobel per la fisica a Roy Glauber, fisico teorico di Harvard (USA), per il suo contributo alla comprensione della natura ultima della luce, e ai fisici sperimentali Theodor Hansch di Monaco di Baviera e John Hall di Boulder (USA) per lo sviluppo delle tecniche in grado di misurare con altissima precisione la frequenza (e quindi il colore) della radiazione luminosa.
Questa notizia è stata accolta con particolare piacere dal Dipartimento di Fisica dell'Università di Camerino, dove da più di 10 anni opera il gruppo di Ottica e Informazione quantistica guidato dal Prof. Paolo Tombesi, molto attivo a livello nazionale e internazionale. Il gruppo di ricerca camerte, infatti, conosce molto bene due dei neo-premi Nobel: nel 1994 il Prof. Glauber fu ospite per un breve periodo del gruppo di ricerca di Ottica e Informazione Quantistica dell'Università di Camerino. Il gruppo, inoltre, intrattiene stretti rapporti di ricerca con il Prof. Hansch, insieme al quale partecipa a due progetti di ricerca finanziati dalla Unione Europea, che hanno lo scopo di esplorare la possibilità di realizzare computer quantistici, ultraveloci, che sfruttano tra l'altro proprio le bizzarre proprietà quantistiche della luce.
Più in generale l'assegnazione del premio Nobel di quest'anno rappresenta un significativo riconoscimento per il campo dell'Ottica Quantistica, che studia e cerca di sfruttare le proprietà più nascoste della luce.
Nell'800 Maxwell scoprì che la luce era una forma di radiazione elettromagnetica, con particolari valori della frequenza, che permettono di distinguerla dalle altre forme di radiazione (onde radio, microonde, infrarossi, ultravioletti,...) e che sono alla base della civiltà tecnologica odierna.
Giusto 100 anni fa Einstein per primo intuì che in realtà la luce (e più in generale la radiazione elettromagnetica) ha una doppia natura, non solamente ondulatoria, ma che talvolta si manifesta come flusso di particelle, i cosidetti fotoni.
La descrizione della luce in termini di fotoni si rende necessaria quando la teoria dei quanti, che spiega perfettamente le proprietà di atomi e particelle subatomiche, viene estesa all'ottica. Il merito fondamentale di Roy Glauber sta nell'aver posto su solide basi questa estensione, dando origine negli anni 60 al campo dell'Ottica Quantistica.
John Hall and Theodor Hänsch hanno invece mostrato come sia possibile costruire laser di altissima precisione, che possono essere utilizzati per sviluppare orologi incredibilmente accurati e migliorare la tecnologia dei GPS.
Oggigiorno, nel laboratorio di Ottica Quantistica del Dipartimento di Fisica dell'Università di Camerino, e in altri laboratori del mondo, singoli fotoni vengono quotidianamente generati e manipolati per studiare e sviluppare forme di telecomunicazioni sempre più efficienti e sicure.
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06/10/2005
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