Nasce la consulta provinciale per i problemi penitenziari
| MACERATA Tra le attività del nuovo organismo provinciale : screening territoriale opera di sensibilizzazione
Nasce la Consulta provinciale per i problemi penitenziari: un organismo che cercherà di approfondire i vari aspetti del fenomeno carcerario sul territorio maceratese per promuovere azioni di sostegno allintegrazione sociale di ex detenuti e di prevenzione dei casi di recidiva. La Giunta provinciale di Macerata, su proposta dellassessore alle Politiche sociali, Alessandro Savi, ha già approvato il relativo atto deliberativo.
La Consulta sarà aperta alla partecipazione del direttore del Centro di Servizio sociale per adulti dellAmministrazione penitenziaria di Macerata con cui è nata lidea della costituzione dellorganismo , del direttore della Casa circondariale di Camerino, dei 4 coordinatori degli Ambiti territoriali sociali maceratesi, di un rappresentante delle organizzazioni di volontariato del territorio, di un rappresentante delle cooperative sociali, di un consigliere provinciale di maggioranza e di un altro di minoranza, nonché degli assessori provinciali alle Politiche sociali e alle Politiche attive del lavoro e della formazione.
Cè il bisogno di conoscere meglio questa parte del sociale sottolinea lassessore Alessandro Savi sia per agire con iniziative mirate e concertate, sia per coinvolgere sempre più la comunità locale nella costruzione di percorsi di recupero delle persone in esecuzione penale, specie di quelle che devono rispondere a misure alternative alla detenzione, come ad esempio nei casi di affidamento in prova al servizio sociale.
La Consulta avrà un ruolo consultivo rispetto alla Provincia e i suoi pareri sui temi in questione permetteranno al nostro assessorato di esprimere, con maggior cognizione di causa, la sua politica di coordinamento e programmazione insieme con gli Ambiti territoriali sociali nello spirito della legge sulle politiche sociali.
Tra le attività che il nuovo organismo provinciale dovrà sviluppare rientrano innanzi tutto uno screening territoriale per conoscere le dimensioni del fenomeno e individuare i bisogni emergenti, nonché unopera di sensibilizzazione della comunità locale in materia penitenziaria al fine di diffondere uninformazione più corretta e un approccio diverso al problema della sicurezza pubblica.
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06/10/2005
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