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Spacca contro i tagli delle risorse comunitarie

| BRUXELLES - Il presidente ha partecipato, a Bruxelles, al Comitato delle Regioni

Il presidente Spacca ha partecipato, oggi, per la prima volta, alla sessione plenaria del Comitato delle Regioni nella sua nuova veste di componente effettivo della delegazione italiana. Il presidente Spacca subentra al presidente D’Ambrosio che si era dimesso al momento della decadenza dell’incarico di Governatore delle Marche. Spacca sarà anche membro delle Commissioni “Coesione territoriale” e “Politica economica e sociale”, commissioni chiave in vista della riforma delle politiche di coesione.
 
L’iter per la sostituzione di un componente del Comitato delle Regioni è piuttosto lungo e prevede numerosi passaggi: la designazione, da parte della Conferenza dei presidenti; la presa d’atto, da parte dello Stato in sede di Conferenza Stato/Regioni, che lo propone al Consiglio dei ministri europeo, il quale ne effettua la nomina. Partecipare al Comitato delle Regioni significa partecipare a un’assemblea politica che dà voce agli enti locali e regionali nel cuore dell’Unione europea.
 
La creazione del Comitato delle Regioni nel 1994 ha consentito di affrontare due questioni fondamentali. In primo luogo, dato che circa i tre quarti della legislazione Ue sono applicati a livello locale o regionale, è subito risultato importante che i rappresentanti locali e regionali avessero un ruolo nel processo decisionale. In secondo luogo, la preoccupazione che i cittadini restassero tagliati fuori dalla crescita dell’Ue portò a coinvolgere in tale processo il livello di governo a essi più vicino, che divenne lo strumento per avvicinarli all’Europa. A norma dei Trattati, la Commissione e il Consiglio sono tenuti a consultare il Comitato delle Regioni ogni volta che vengono avanzate nuove proposte in settori che interessano la realtà locale regionale, la quale comprende ormai la maggior parte dell’attività dell’Ue.
 
E subito il presidente Spacca ha fatto sentire la propria voce sul tema del finanziamento delle politiche di coesione a sostegno delle regioni del centro-nord che vedrebbero diminuire di circa il 25% le risorse rispetto alla proposta comunitaria del luglio 2004 e di circa il 30% rispetto alle attuali assegnazioni. Per quanto riguarda la Regione Marche, come per tutte le Regioni italiane dell’obiettivo “competitività regionale e occupazione”, la situazione si presenta complessa, in quanto sicuramente ci sarà un decremento delle risorse comunitarie che difficilmente sarà compensato dai contributi nazionali, rispetto a cui occorre reagire con maggiore forza.
 
Ha inoltre ricordato il Memorandum - proposto dalla Regione Marche, insieme alla Catalogna e all’Aquitania - delle Regioni a favore dell’obiettivo competitività regionale e occupazione, firmato da numerose Regioni europee che sosteneva la necessità di mantenere lo strumento della politica regionale, in quanto essenziale per raggiungere gli obiettivi fissati da Lisbona e Goteborg.
 
Sullo stesso argomento è intervenuto, sempre nella Commissione delle Regioni d’Europa, anche il parlamentare europeo on.le Luciana Sbarbati che ha sottolineato la sua netta opposizione alla proposta della presidenza inglese di soppressione dell’obiettivo “competitività regionale e occupazionale” e il suo impegno affinché si riapra il negoziato sulle prospettive finanziarie e che tenga conto anche degli altri punti rimasti sospesi, come: la ripartizione delle risorse tra le varie rubriche di bilancio (le politiche di coesione o la Pac), la questione dell’assegno britannico, la ripartizione dei finanziamenti tra nuovi e vecchi Stati membri, il peso finanziario assegnato a ciascun obiettivo. Entrambi hanno affermato che, in vista del nuovo negoziato sulle prospettive finanziarie, sarebbe opportuno che il Governo faccia ascoltare la propria voce con maggiore determinazione nella sede europea e si confronti con le Regioni per condividere i termini entro i quali definire una nuova posizione nazionale.

12/10/2005





        
  



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