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Intercettazioni telefoniche nelle Marche: in quattro anni aumentate del 94%

| ANCONA - A rivelarlo è uno studio dell’Eurispes Marche che, elaborando i dati del Ministero della Giustizia.


Ammontano complessivamente a 2.675 le autorizzazioni alle intercettazioni telefoniche che, dal 2000 al 2005, hanno interessato i marchigiani. A rivelarlo è uno studio dell’Eurispes Marche che, elaborando i dati del Ministero della Giustizia, ha evidenziato come le intercettazioni telefoniche nella nostra regione siano aumentate vertiginosamente in pochi anni: se nel 2000 le autorizzazioni registrate al distretto giudiziario di Ancona ammontavano a 410, nel 2004 hanno raggiunto il numero di 794 facendo registrare una media di controllo che ha riguardato sette persone ogni diecimila abitanti e un incremento del 94%.

In questi giorni l’argomento relativo alle intercettazioni telefoniche sta suscitando accese polemiche nel mondo politico.“Dal punto di vista giuridico la situazione è complessa – ha spiegato Camillo Di Monte, presidente dell’Eurispes Marche – perché, quando la magistratura richiede o autorizza l'intercettazione, la richiesta si basa soltanto su un nominativo.

Autorizzando le intercettazioni, queste sono generalizzate a tutte le chiamate effettuate da quell'utenza e a tutte le telefonate ricevute da quell'utenza, indipendentemente da chi viene chiamato o da chi riceve la chiamata. Finisce pertanto che vengono registrate nelle intercettazioni persone sulle quali la magistratura non ha mai espresso un giudizio né tanto meno hanno mai ricevuto un avviso di garanzia”.

Da sempre, la classifica dei motivi che portano i giudici ad autorizzare l'ascolto vede le violazioni delle leggi antiracket e antidroga, omicidi e gioco d'azzardo, ma anche rapine e furti con scasso, incendi e traffico di esplosivi ed estorsioni. Le intercettazioni telefoniche sono infatti idonee a ricostruire il fatto da accertare, costituiscono cioè fondamento del giudizio critico complessivo che sostanzia la prova del fatto.

L’Eurispes ha utilizzato per il proprio studio criteri di analisi molto restrittivi, impiegando per le proprie stime esclusivamente i dati ufficiali forniti dal Ministero di Giustizia e altre informazioni statistiche della propria banca dati.

Le intercettazioni telefoniche riguardano individui diversi per frequenza d’uso, status economico e modalità di interazione relazionale e sociale: per esempio il traffico telefonico convogliato sull’utenza di “alto profilo” dell’Amministratore Delegato di Antonveneta Fiorani, ha significati e contenuti diversi rispetto all’utenza di un cittadino normale. Un altro aspetto importante riguarda le intercettazioni multiple: se ad esempio ad essere sotto controllo è un’azienda tutti i dipendenti rischiano l’intercettazione.

A livello nazionale, l’Eurispes ha stimato che nel periodo 2000-2004, si è verificato un incremento vertiginoso del numero delle intercettazioni fino ad arrivare ad un aumento del 128%. Di conseguenza, negli ultimi cinque anni, lo Stato ha speso circa 1,250 miliardi di euro, ovvero circa 2.500 miliardi di vecchie lire.

L’Eurispes, infine, sulla scorta dei dati ufficiali e in base all’ipotesi che ogni utenza intercettata possa avere coinvolto, nei periodi d’indagine autorizzati dalla magistratura nell’ultimo decennio (periodo 1995-2004), almeno 100 soggetti distinti (familiari stretti, parenti, amici, colleghi di lavoro, fornitori di servizi, ecc.) ha stimato che sono stati ascoltati complessivamente quasi 30 milioni di italiani.
 
Autorizzazioni a nuove intercettazioni telefoniche, per regione
Anni 2000-2004
Valori assoluti

Regione Anni 2000-2004 (*)
Sicilia 22.292
Lombardia 20.840
Lazio 19.456
Campania 12.810
Puglia 12.136
Calabria 12.029
Emilia Romagna 11.718
Liguria 9.235
Piemonte 9.017
Toscana 8.297
Friuli Venezia Giulia 6.214
Veneto 6.193
Sardegna 4.519
Trentino Alto Adige 3.801
Umbria 2.835
Abruzzo 2.803
Marche 2.675
Basilicata 863
Molise 653
Totale 168.382

(*)I dati del 2002 si riferiscono solo al I semestre.
Fonte: Elaborazione Eurispes su dati del Ministero della Giustizia.

Per le proprie stime l’Eurispes ha considerato che ogni utenza intercettata possa coinvolgere, nel periodo d’indagine, almeno 100 soggetti distinti (familiari stretti, parenti, amici, colleghi di lavoro, fornitori di servizi, ecc.).
Quindi, nel decennio 1995-2004 i segreti più reconditi di tre italiani su quattro, appartenenti alla classe di età 15-70 anni, sono stati (e in certi casi continuano ad esserlo) a disposizione di coloro che gestiscono o controllano i flussi informativi del “Grande Orecchio”.
Dal momento che il numero delle famiglie italiane ammonta a 21 milioni e 600mila unità, è possibile altresì affermare che, in ogni famiglia italiana il Grande Orecchio di orwelliana memoria è entrato almeno una volta.

11/10/2005





        
  



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