Cosa avrebbe detto oggi Pasolini al mondo contemporaneo?

 

Certo, non sarebbe stato un politicamente corretto. Non lo fu mai nella sua vita. Apprezzò i “capelloni” incontrati in un albergo di Praga nei primi anni ’60 del secolo scorso, li apprezzò molto meno quando divennero una moda; guardò con simpatia i primi bagliori della contestazione giovanile, ma la condannò quando i contestatori-bene si scagliarono contro i giovani poliziotti “veri proletari figli del Sud” e, soprattutto quando comprese che quella rivolta era pilotata dal nuovo Potere borghese e consumista che aveva bisogno di frantumare il vechio potere.

 

Cosa avrebbe detto Pasolini oggi che le lucciole sono del tutto scomparse e le autostrade mangiano ogni resto di campo? Cosa avrebbe detto oggi che la televisione è divenuta – come il poeta temeva - la grande tirannide della nostra quotidianità? E cosa avrebbe detto, ancora, di certi costumi sessuali che, da intimissime vicende personali, sono diventati argomento da rotocalchi patinati?

 

Pasolini la “Cassandra” inascoltata, Pasolini il provocatore, ma anche Pasolini il cantore di un mondo più umano, più vero. Pasolini lo scandaloso ma la cui anima religiosa era molto più ricca di tanta religiosità odierna, come bene s’intende nella pagina de “L’Usignolo della chiesa cattolica”. La religiosità di Pasolini è stata evidenziata da Antonio Santori nel volume Laterza “Fede e Ragione nella letteratura del Novecento”.

 

E proprio Santori e Massimo Morasso interverranno come relatori all’incontro “Nostalgia di Pasolini”, fissato per sabato prossimo a M. Granaro, alle ore 18:00, presso l’Oratorio di San Giovanni Battista.

Di Pasolini verrà riproposto un celebre e ormai introvabile filmato. E’ l’intervista che il giovane poeta friulano fece al grande vecchio, a Ezra Pound, a quel poeta, scrittore, saggista che si scagliò contro l’usura, contro il predomino dell’oro, contro chi – a suo dire - stava cambiando il mondo affossando civiltà fondate sugli antichi valori.

 

Alla proiezione assisterà la figlia del poeta, Mary de Rachewiltz, una vita spesa dietro alle opere di Ezra. A lei, sollecitata da Morasso e Santori, il compito di ricordare suo padre, quel gigante scomodo, incompreso, e anch’egli come Pasolini, “Cassandra” inascoltata.