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Premio Truentum 2004 ad Albano Bugari

San Benedetto del Tronto | L' intervento del Sindaco Martinelli

di Domenico Martinelli*

Autorita' civili e militari, cittadini intervenuti, colleghi della commissione giudicatrice

Eccoci ancora una volta a questo appuntamento di fine anno con la cerimonia di consegna del premio Truentum, il riconoscimento della città ai suoi figli più illustri. Un appuntamento importante non solo per la solennità dell'evento ma anche perché questa è l'occasione per soffermarci a riflettere  sui valori che caratterizzano la nostra comunità, sul significato che hanno certe storie umane per la nostra cultura e la conservazione delle nostre radici.

Se dunque teniamo presente quest'obiettivo, quella di stasera è un'occasione particolarmente preziosa. Che cos'è e che cos'è stata la vita di Albano Bugari, infatti, se non lo specchio di un percorso storico che ha caratterizzato la città di S. Benedetto?Ecco, anche limitandoci a considerare la vita pubblica di Bugari,  emerge in modo evidente il parallelo con il cammino, la crescita compiuta dalla nostra città negli ultimi 40/50 anni.

Il Museo ittico, la sua creatura, nasce infatti alla metà degli anni '50, nel momento cioè in cui, gettatasi alle spalle la tragedia bellica, anche S. Benedetto, come tutta l'Italia, si avvia verso una ripresa sociale ed economica che negli anni immediatamente successivi assumerà un carattere impetuoso. Un periodo che è passato alla storia come "boom economico" e che ha costituito la solida base su cui si sono innestate le successive fasi di crescita dell'economia italiana.

Ebbene, nello stesso periodo, la voglia di fare qualcosa di importante per la collettività, che lasciasse un segno preciso nella storia culturale cittadina, che appagasse il desiderio di conoscenza di un mondo per molti versi ancora misterioso, che desse uno sbocco pratico allo studio scientifico della natura spinsero Bugari e i suoi amici ad allestire il primo nucleo di quello che sarebbe diventato il Museo ittico. E' il caso qui di ricordare con gratitudine quelle persone riunite nell'associazione di pesca sportiva "Giovanni Paoloni", il sodalizio che ha retto le sorti del Museo sino alla sua donazione al Comune.

Ho letto che l'idea di realizzare un museo che raccogliesse e catalogasse specie ittiche provenienti da tutti i mari del mondo nacque mentre quegli amici osservavano una discussione tra due pescatori in disaccordo sul nome da attribuire ad un pesce appena portato al mercato. Venne poi lo studio degli organismi viventi, la sperimentazione di forme di conservazione degli esemplari che ne preservasse non solo l'integrità ma anche una vivacità, potremmo dire, scenografica. Ciò che rende affascinante ed indimenticabile l'esperienza di chi visita per la prima volta il Museo.

Credo dunque sia proprio questa combinazione tra amore per il mare, per la cultura più antica della città, e amore per la scienza l'impulso primario che mosse Bugari e i suoi amici a dare il via a questa stupenda avventura. Così come la passione per la scienza fu sicuramente alla base della decisione di intitolare la nuova realtà  ad Augusto Capriotti, il più grande uomo di scienza che la città abbia mai avuto e a cui, in questa occasione, mi sembra giusto tributare un doveroso omaggio.

Gli anni '70 e gli anni '80 furono gli anni del consolidamento della crescita italiana che divenne in breve tra le prime economie mondiali; per S. Benedetto furono gli anni dello sviluppo della pesca oceanica, quella che popolarmente veniva chiamato "il Marocco".

Parallelamente all'ampliarsi degli orizzonti dell'imprenditoria nazionale, dunque, si aprirono nuovi scenari anche per la nostra marineria che, a bordo dei pescherecci atlantici, andò incontro al mondo, e quindi a nuove conoscenze, nuovi contatti.

E ancora, come uno specchio fedele dei tempi, in quegli anni crebbe e si consolidò la raccolta di Bugari e dei suoi amici, grazie proprio agli esemplari catturati nei mari più vari e riportati a terra proprio essere affidati alle sapienti mani di Bugari. Che riceveva anche dalla viva voce dei testimoni notizie preziose sui luoghi di vita di quelle specie, sulle circostanze della cattura e tanti altri elementi che poi permettevano di inquadrare correttamente ciascun pezzo nell'ambito del percorso didattico.

Un fenomeno che dà la misura di quanta attenzione per la cultura e la scienza ci fosse nei nostri marittimi, nonostante il loro duro mestiere prevedesse ben altre priorità. Fu in quell'epoca che al Museo fu assegnata dall'Amministrazione comunale la prima sede.

Gli ultimi anni hanno visto il museo cambiare ancora volto. La nuova collocazione, di certo più adeguata anche se sempre a diretto contatto il cuore pulsante dell'attività di pesca rappresentata dal mercato ittico all'ingrosso, ha permesso un significativo ampliamento con l'apertura di altre sale espositive, con il potenziamento di una splendida biblioteca con molti volumi di assoluta rarità, con una sezione multimediale molto curata:
la presenza massiccia, ancorché intelligente delle nuove tecnologie che affiancano e completano l'offerta didattica più tradizionale, ci fa ragionevolmente prevedere che il futuro vedrà il nostro Museo ittico ancora al centro dell'interesse degli studiosi, degli appassionati, così come dei semplici visitatori, e in particolare dei giovani.

Com'è noto, infatti, è quella degli studenti la categoria di utenti del Museo più rappresentata. E come non ricordare allora la pazienza, la disponibilità manifestate per tanti anni da Bugari con migliaia e migliaia di ragazzi provenienti da ogni parte d'Italia? Questo è avvenuto per anni e anni, tanti di quei ragazzi oggi sono padri di famiglia e sono certo che sarà capitato di accogliere nel museo persone che, accompagnando i propri figli, ricordano la loro visita giovanile nelle sale del Museo ittico di S. Benedetto.

Oggi il Museo è diventato comunale con un atto di donazione di pochi anni fa, ma la gestione, com'è giusto che sia, continua ad essere affidata a coloro che hanno raccolto il testimone da Bugari portandone avanti l'idea, il metodo di lavoro, lavorando come lui con passione, cura, tanto amore. Anche a loro va il sentito ringraziamento della città e dell'Amministrazione  comunale.

Ma tutto ciò non ci deve far dimenticare che il nucleo forte dell'esposizione, quella per cui migliaia di persone, ogni anno, da ogni parte d'Italia e del mondo, arrivano nella nostra città, è ancora quello creato e curato da Albano Bugari.

A lui dobbiamo l'esistenza di un patrimonio unico non solo per il suo valore culturale, ma anche per la sua capacità di attrarre turisti e rendere molto più interessante e stimolante l'accoglienza dell'ospite nella nostra città.

Per tutto ciò, caro Bugari, la città Le sarà sempre riconoscente e desidera stasera, mio tramite, esprimere questo sentimento consegnandoLe il premio Truentum 2004.

* Sindaco del Comune di San Benedetto del Tronto

20/12/2004





        
  



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