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Le due Simone, i datteri di San Benedetto e la Finanziaria

| Intervento del segretario di S.O.S. Missionario Pierluigi Addari

di Pierluigi Addari*

Per diversi anni, nel periodo natalizio, nelle piazze di San Benedetto, il SOS Missionario ha proposto tra i prodotti del Commercio Equo e Solidale anche i datteri provenienti dall’Iraq. In questo modo, violando l’embargo imposto nei confronti dell’Iraq,  si aiutavano piccole cooperative di agricoltori iracheni. L’iniziativa di San Benedetto era realizzata in collaborazione con “Un ponte per …”, e si svolgeva anche in tante altre città italiane.

Il “ponte” di solidarietà, costruito con questa ed altre piccole iniziative di cooperazione, ha certamente contribuito a far evolvere in modo positivo la vicende delle due volontarie italiane.
Mi piace pensare che il rilascio delle due Simone sia stato favorito anche da quei cittadini di San Benedetto che hanno comprato i datteri dell’Iraq.

Ma dopo il felice esito del rapimento, abbiamo assistito al solito ipocrita rito dei discorsi di circostanza. Tutti hanno lodato i volontari, evidenziando  il ruolo insostituibile delle organizzazioni non governative soprattutto in situazioni di crisi politica o addirittura di guerra; pochi, invece, hanno ricordato che i fondi per la cooperazione internazionale – da molti anni – sono ridotti al lumicino, e che una grande fetta di quei fondi viene utilizzata per finanziare le missioni dei nostri soldati all’estero. Autorevoli esponenti politici hanno enfatizzato il ruolo delle ONG presenti in Iraq, dimenticando però di dire che nessuno dei progetti in corso da anni in questo paese è finanziato dallo Stato italiano.

Purtroppo, passati i giorni della copertura mediatica, le varie “Simone” torneranno nell’oblio. Si tornerà a parlare di cooperazione quando una nuova crisi – per la guerra, per la fame, per una delle tante tragedie che si consumano nel mondo – per qualche motivo sarà portata all’attenzione dell’opinione pubblica.

Il mondo del volontariato chiede invece che ci sia un cambio di marcia. Occorre investire nella cooperazione internazionale perché la solidarietà tra i popoli, l’aiuto disinteressato, la realizzazione di progetti di vero sviluppo, sono antidoti contro il terrorismo, abbattono muri e costruiscono ponti,  aiutano a prevenire uno scontro di civiltà.
 
*segretario SOS Missionario

06/10/2004





        
  



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