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La ricostruzione post terremoto a Castelraimondo

| CASTELRAIMONDO - Maurizio Compagnucci: "Constatiamo, con grande stupore e rammarico, che Castelraimondo è l’unico Comune che non è riuscito ad ultimare i lavori di ristrutturazione del proprio palazzo comunale".

di Adamo Campanelli

“Sono trascorsi ormai 7 anni dagli eventi tellurici che hanno colpito il nostro territorio - scrive Maurizio Compagnucci, coordinatore comunale della Margherita - e constatiamo, con grande stupore e rammarico, che Castelraimondo è l’unico Comune che non è riuscito ad ultimare i lavori di ristrutturazione del proprio palazzo comunale.

Ci troviamo così, nostro malgrado, a dover aggiungere la settima candelina nella “amara torta” dell’incompiuta più evidente, ma non possiamo rassegnarci alla precaria sistemazione degli uffici comunali che, oltre a rendere più difficile il lavoro degli impiegati, comporta numerose difficoltà per i cittadini.

Tuttavia l’aspetto che riteniamo più grave è che, attualmente, gli uffici comunali occupano ben 5 appartamenti destinati ad edilizia popolare, pronti da assegnare a famiglie bisognose.
Temiamo, inoltre, che il protrarsi dei tempi di ripresa di un nuovo cantiere possa compromettere l’accesso ai residui fondi per il terremoto che si assottigliano sempre più.

Se poi tutto ciò viene ricondotto alle dichiarazioni rilasciate dal nostro sindaco all’indomani del terremoto, nelle quali si era precipitato a minimizzare le conseguenze delle scosse telluriche dichiarando che a Castelraimondo i danni subiti non erano rilevanti nel numero e, comunque, di lieve entità, producendo l’immediato effetto della esclusione del nostro Comune dalla fascia “A” (situazione poi recuperata in extremis dai ripetuti interventi in Regione dei nostri consiglieri comunali di centro sinistra e dal senatore Mario Cavallaro) lo sconcerto si trasforma in rabbia, per una gestione complessiva del dopo terremoto che, nella migliore delle ipotesi, potremmo definire “leggera” e “poco consapevole”.

Appaiono prive di fondamento le motivazioni addotte fino ad oggi dall’amministrazione del fallimento della ditta affidataria dei lavori, per giustificare il protrarsi dei tempi di ristrutturazione del palazzo comunale: in questi casi, infatti, la legge prevede l’attivazione di specifiche procedure che consentono di regolare i rapporti con la ditta non più in grado di proseguire i lavori e procedere all’indizione di un’ulteriore gara di appalto.

La corretta e puntuale applicazione delle procedure - conclude Compagnucci - avrebbe certamente comportato la possibilità di riaprire il cantiere dei lavori in tempi non eccessivamente lunghi”.

L’INIZIATIVA
Della gestione del dopo terremoto a Castelraimondo, dello stato dei lavori, di ciò che non è stato fatto e si sarebbe potuto fare, di proposte e soluzioni per l’immediato futuro si discuterà nell’incontro-dibattito che i partiti di centro-sinistra, unitamente al gruppo consiliare, hanno programmato per domenica 3 ottobre 2004, alle 9.30, nella scuola De Amicis. “L’iniziativa - spiegano gli organizzatori - ha lo scopo di informare i cittadini sullo stato della ricostruzione nella nostra città, stimolando l’amministrazione comunale a ricondurre la propria attività verso la soluzione dei problemi”.

26/09/2004





        
  



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