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Sicurezza e igiene alimentare: la nuova organizzazione dei servizi

| ANCONA - Melappioni:” L’obiettivo è di assicurare la qualità dei prodotti”.

“Dare un segnale di tranquillità  ai cittadini, assicurando  la qualità dei prodotti  alimentari: dal grande stabilimento industriale alla sagra  paesana”. Questo l’obiettivo, secondo   Augusto Melappioni, assessore regionale alla  sanità, della riorganizzazione della rete regionale dei servizi territoriali  di  sicurezza e igiene alimentare.  Oltre a  migliorare la  tempestività degli interventi, si punta, in particolare, a  uniformare i comportamenti, rendere più efficace i controlli e potenziare il sistema  informativo; il tutto  nell’ambito delle attività del processo di riordino imposto dalle nuove norme comunitarie e nazionali.
 
Punto di riferimento fondamentale   del  sistema sarà  una nuova struttura, la Direzione tecnica  per la prevenzione collettiva, che farà capo all’Azienda Sanitaria Unica Regionale. Sul piano operativo la struttura si avvale  dell’Istituto zooprofilattico dell’Umbria e  delle Marche, composto dalle  sezioni diagnostiche di Ancona, che funge anche da centro  nazionale di referenza  per il controllo microbiologico e chimico dei molluschi  bivalvi,  dalle sezioni di  Fermo,Pesaro e Macerata, cui spetta  anche  il compito di raccordo regionale per gli enterobatteri patogeni.
 
Un un ruolo altrettanto importante è svolto  dall’Osservatorio  epidemiologico veterinario regionale che ha la  sede in Ancona.  A queste strutture si affianca l’ARPAM (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale delle Marche) che effettua ricerche  di laboratorio sugli alimenti  vegetali  e sulle acque potabili.  I controlli  sono svolti nell’ambito dell’ASUR, Azienda  Sanitaria Unica Regionale, dove operano  418 tecnici, di cui  181 veterinari, medici igienisti,biologi e chimici, 205 addetti alla prevenzione, assistenti  sanitari, e  32 amministrativi.
 
L’attività dei servizi di sanità pubblica  veterinaria e di igiene  degli alimenti  ha riguardato, nel 2003,  quasi 54 mila allevamenti  di “animali da reddito”  (bovini, ovicaprini, suini,avicoli), per un totale di  8 milioni di unità, con  la completa  verifica dei capi a rischio di brucellosi, tubercolosi  e  leucosi bovina; per quanto riguarda l’encefalite spongiforme bovina, la cosiddetta sindrome da  “mucca pazza”, sempre nel 2003, sono stati effettuati 5.449 test rapidi   su bovini macellati, di cui  1442   su bovini morti in azienda.
 
L’attività di monitoraggio e di controllo  dei servizi ha, inoltre,  interessato  tutti gli alimenti di origine  animale (carne e prodotti carnei, latte e derivati, prodotti della pesca,uova,  miele), la produzione degli alimenti di origine non animale e le  bevande. I controlli sono stati estesi  anche alla fase  di somministrazione e di commercializzazione  di tutti gli alimenti,compresi i prodotti ittici.
 
Nell’ambito  dei piani programmatici regionali  di controllo, sono stati effettuati  campionamenti casuali su animali  ed alimenti di origine animale, al fine di  accertare la presenza  di sostanze ormonali, antibiotici e altri contaminanti chimici. Il monitoraggio è stato esteso  ai molluschi bivalvi e  ai prodotti fitosanitari; effettuate anche  verifiche   sugli alimenti per animali, sugli alimenti  vegetali e su quelli  radioattivi.
 
Efficace, infine, il sistema  di allerta  alimentare  che,  ha sottolineato l’assessore “consente di verificare la presenza di prodotti potenzialmente pericolosi e di ritirarli tempestivamente dal mercato”.

29/07/2004





        
  



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