Integrità delle opere d'Arte.
| MILANO - Gianni Ottaviani Tracce intervento di frammentazione, dispersione e rigenerazione di un'opera d'arte all'interno di Camera 312, promemoria per Pierre Milano Miart 2004, 12-16 Maggio.
Sul problema dell'integrità delle opere d'arte e architettoniche del passato e del presente, e sulla necessità di ricostituire e ricollocare nei siti originari quelle frammentate o disperse, ogni tanto appaiono pro o contro interventi più o meno qualificati ma che il più delle volte non tengono conto di chi ha realizzato quelle opere o delle motivazioni sociali e culturali che le hanno prodotte.
Lo smembramento, la frammentazione e la dispersione prima, l'insensibilità culturale poi, hanno infatti permesso che notevoli opere d'arte concepite per un determinato luogo, si trovino oggi fuori dal loro contesto originario assurdamente collocate e spesso non integre.
Nel loro contesto avevano un senso non solo estetico, in quanto gli autori per realizzarle avevano tenuto conto dei luoghi, delle motivazioni, delle esigenze e delle problematiche tecniche e visive.
Al di fuori da tale contesto queste opere sono diventate spesso puri elementi decorativi, come gli obelischi egiziani collocati al centro di alcune piazze europee con sovrapposti estranei simboli religiosi o di altra natura.
Oppure i fregi del Partenone che al British Museum non raccontano più ai Greci la loro storia, ma sono soltanto elementi di prestigio e fuori luogo di una collezione antiquaria.
( Penso con tristezza al l'inutile tentativo della Mercuri di riportarli in Grecia).
Come ancora i Polittici di Duccio, di Gentile, del Crivelli ecc. che smembrati e dislocati in varie sedi museali non permettono più una completa lettura di queste meravigliose opere d'arte.
Per non tralasciare gli affreschi pompeiani, i mosaici romani, i gruppi marmorei o di bronzo greci, estirpati e ricollocati fuori dai contesti originari.
L'avvenuta storicizzazione di tali situazioni viene assunta da più parti, anche qualificate, come giustificazione e come impedimento per un reintegro di questi capolavori.
Mi chiedo come potrebbe mai essere storicizzata ed accettata un giorno, l'eventuale dislocazione della Colonna Traiana dal Foro Romano al centro di Manhattan , sormontata eventualmente dall'aquila americana
? Non ci troveremmo con la stessa incongruenza degli obelischi egiziani !
Se proprio fosse impossibile prescindere dalla storicizzazione di tali opere, si potrebbe ricorrere a delle copie, come già è in uso fare in certi casi, ma gli originali dovrebbero poi tornare alla loro naturale collocazione, se indiscutibilmente e storicamente certa.
Anche a noi artisti moderni potrebbe accadere di vedere una nostra opera smembrata e dispersa in vari luoghi. Quale sarebbe in questo caso la nostra reazione ?
Fino ad ora su questo problema , sull'obbligo civile, morale e culturale di permettere il recupero, la ricostituzione e la ricollocazione nei loro siti originari di tali opere, gli artisti raramente sono stati sentiti o si sono impegnati esprimendo il loro pensiero.
Il mio intervento al Miart vuol dar loro una possibilità e una voce oltre a cercare di sensibilizzare su tale tema i veri amanti dell'Arte .
Gianni Ottaviani " Tracce " intervento di frammentazione, dispersione e rigenerazione di un'opera d'arte all'interno di "Camera 312, promemoria per Pierre" Milano Miart 2004, 12-16 Maggio Stand Milan Art Center progetto a cura di Ruggero Maggi. Realizzato con i mobili originali della camera che Pierre Restany ccupava sistematicamente all'Hotel Manzoni di Milano, e da interventi con Post-it di alcuni artisti .
Le tessere del mio intervento " Libro della memoria" , ispirato dai marchi delle filigrane delle carte Fabrianesi dal 1293 al 1599 e composto da 100 foglietti Post-it (7,6x7,6) regolarmente catalogati, saranno disperse come reperti tra i visitatori.
Tali tessere saranno prontamente reintegrate con quelle di altri artisti da me invitati a realizzare una miniopera sul tema della frammentazione, dispersione e ricollocazione delle opere d'arte, e che andranno alla fine a formare una nuova opera.
L'Arte che, smembrata e dispersa da eventi umani o naturali, rigenera se stessa.
Al termine del Miart la nuova opera collettiva originata da tale intervento, sarà trasferita allo "Spazio 12 art exhibition " di via Tortona 12 Milano dove resterà visibile fino alla fine del mese di Giugno 2004.
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Gianni Ottaviani è nato nel 1939 a Grottammare nelle Marche, ha vissuto a Roma e Parigi le sue prime esperienze artistiche con ricerche su antiche tecniche e materiali. Dal 1971 risiede a Milano dove si è diplomato in pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Brera. Si è anche occupato di Archeologia classica e industriale e di Cultura Materiale. ed è stato socio dell'Associazione Ricercatori dei Beni Culturali della Lombardia, realizzando varie mostre e pubblicazioni del settore. Come pittore-scultore ha partecipato a numerosissime mostre in Italia e all'estero ed ha allestito più di 40 personali. A Milano negli anni '70 ha fondato e diretto lo Studio d'Arte " La Cerva". A cura del Comune di Milano e della Direzione del Museo Archeologico negli anni 1995/96 è stata allestita presso la sede del Civico Museo Archeologico una sua personale dal titolo" ARCHEOPATIE". Attualmente è anche Direttore Artistico dello " Spazio 12 art exhibition" di Milano e collaboratore artistico della Storica Libreria d'Arte Bocca di Galleria Vittoriuo Emanuele II a Milano. Numerose le recensioni critiche sui maggiori organi d'informazione e riviste specializzate.
studio: via T.Gulli 60 20147 Milano t.02.40090471 339.5051140
mail@gianniottaviani.info www.gianniottaviani.info
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08/04/2004
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